L'arte non sta soltanto nella tecnica, ma nella capacità di creare qualcosa di nuovo, di compiere una frattura.
Ce lo racconta Roberto Prual-Reavis in Lo specchio di Henri (Sinnos editrice, traduzione di Federico Appel).
Henri è una lucertola che ama dipingere. Si sveglia di notte per uscire con la sua tela e i suoi pennelli e immortalare la natura.
Le tavole che lo ritraggono sembrano già quadri esse stesse, bordate da vegetazione che fa da cornice sul fondo bianco della pagina.
In un registro narrativo che alterna umorismo e poesia, vediamo Henri impegnarsi e non lasciarsi mai scoraggiare.
Sale la nebbia che offusca il soggetto da ritrarre? Tanto meglio: Henri si eserciterà nello sfumato.
Sarà il suo amico Omar, un rospo, un intenditore d'arte che crede nel talento di Henri, a fargli conoscere il genio di Leonardo e a suggerirgli una nuova sfida: dipingere uno specchio.
Ancora una volta, la tenacia di Henri lo porterà a provare e riprovare, e a dipingere nei luoghi e nei modi più impensati.
Finché Henri ce la farà : dipingerà un quadro in cui chiunque può specchiarsi, un quadro che, metaforicamente parlando, è un po' la quintessenza dell'arte, perché ognuno ci può scoprire qualcosa di se stesso.
Sarà appagato, Henri, da questo successo?
Nessun artista vero può esserlo. E allora, quale sarà la sua prossima sfida?
Lo specchio di Henri riesce a toccare in modo coinvolgente e leggero, con numerosi momenti umoristici, delle corde profonde, che ci insegnano quale sia l'essenza dell'arte, e dell'artista.
Lo specchio è una metafora potente e comprensibile, che ci racconta che in un'opera, per amarla, dobbiamo prima di tutto riconoscerci.
Lo specchio è anche uno strumento affascinante per esplorare il disegno, le forme, le simmetrie.
Muovendo un piccolo specchio su un disegno o su una fotografia si possono creare singolari effetti visivi; piazzandolo sulla linea mediana dell'immagine di un volto umano, scopriamo come sarebbe strana una faccia perfettamente simmetrica.
Con uno specchio possiamo costruire le metà mancanti: basta disegnare la metà di un disegno simmetrico (una casa, una farfalla) e poi completarlo virtualmente appoggiando lo specchio sul suo limite.
Infine, possiamo usare a nostro favore un'illusione ottica che nasce dalla visione stereoscopica: basta piazzare lo specchio a metà del foglio, con la superficie riflettente rivolta verso la metà disegnata, e appoggiare il naso sul bordo superiore.
Ci sembrerà di vedere, al di là della barriera dello specchio, sul foglio bianco, la metà mancante del disegno. Con un po' di attenzione possiamo provare a ripassare queste linee immaginate con un pennarello, per poi togliere lo specchio e scoprirne il risultato.
Quante riflessioni possono nascere da una riflessione?
Ce lo racconta Roberto Prual-Reavis in Lo specchio di Henri (Sinnos editrice, traduzione di Federico Appel).
Henri è una lucertola che ama dipingere. Si sveglia di notte per uscire con la sua tela e i suoi pennelli e immortalare la natura.
Le tavole che lo ritraggono sembrano già quadri esse stesse, bordate da vegetazione che fa da cornice sul fondo bianco della pagina.
In un registro narrativo che alterna umorismo e poesia, vediamo Henri impegnarsi e non lasciarsi mai scoraggiare.
Sale la nebbia che offusca il soggetto da ritrarre? Tanto meglio: Henri si eserciterà nello sfumato.
Sarà il suo amico Omar, un rospo, un intenditore d'arte che crede nel talento di Henri, a fargli conoscere il genio di Leonardo e a suggerirgli una nuova sfida: dipingere uno specchio.
Ancora una volta, la tenacia di Henri lo porterà a provare e riprovare, e a dipingere nei luoghi e nei modi più impensati.
Finché Henri ce la farà : dipingerà un quadro in cui chiunque può specchiarsi, un quadro che, metaforicamente parlando, è un po' la quintessenza dell'arte, perché ognuno ci può scoprire qualcosa di se stesso.
Sarà appagato, Henri, da questo successo?
Nessun artista vero può esserlo. E allora, quale sarà la sua prossima sfida?
Lo specchio di Henri riesce a toccare in modo coinvolgente e leggero, con numerosi momenti umoristici, delle corde profonde, che ci insegnano quale sia l'essenza dell'arte, e dell'artista.
Lo specchio è una metafora potente e comprensibile, che ci racconta che in un'opera, per amarla, dobbiamo prima di tutto riconoscerci.
Uno specchio per esplorare l'arte
Lo specchio è anche uno strumento affascinante per esplorare il disegno, le forme, le simmetrie.
Muovendo un piccolo specchio su un disegno o su una fotografia si possono creare singolari effetti visivi; piazzandolo sulla linea mediana dell'immagine di un volto umano, scopriamo come sarebbe strana una faccia perfettamente simmetrica.
Con uno specchio possiamo costruire le metà mancanti: basta disegnare la metà di un disegno simmetrico (una casa, una farfalla) e poi completarlo virtualmente appoggiando lo specchio sul suo limite.
Infine, possiamo usare a nostro favore un'illusione ottica che nasce dalla visione stereoscopica: basta piazzare lo specchio a metà del foglio, con la superficie riflettente rivolta verso la metà disegnata, e appoggiare il naso sul bordo superiore.
Ci sembrerà di vedere, al di là della barriera dello specchio, sul foglio bianco, la metà mancante del disegno. Con un po' di attenzione possiamo provare a ripassare queste linee immaginate con un pennarello, per poi togliere lo specchio e scoprirne il risultato.
Quante riflessioni possono nascere da una riflessione?