I due cartonati interattivi Mimino e la pioggia e Mimino e la luna, di Franco Cosimo Panini, rappresentano due volte la scoperta: prima nella forma, poi nel contenuto.
Nella forma, perché le grosse pagine quadrate e resistenti sono arricchite, fin dalla copertina, da meccanismi "scorri e scopri" (inglobati nelle pagine stesse, e perciò più resistenti delle classiche alette).
Nel contenuto, perché il simpatico Mimino, gatto curioso, ricorda tanto l'indole da esploratore di tanti bambini.
È con questo spirito che in Mimino e la pioggia il protagonista esce di casa con gli stivali di gomma, salta nelle pozzanghere e scopre che la pioggia ha fatto spuntare tanti bei funghi.
Nel secondo episodio, Mimino e la luna, lo scenario si fa più surreale.
Il gattino vede la luna piena, in cielo, e vuole scoprire cosa c'è sopra, così prende una scala e ci sale.
Delizioso il meccanismo con cui vediamo allungarsi la scala, sullo sfondo nero della notte, e divertentissimo è vedere Mimino sbucare dall'alto della pagina dopo un salto sulla superficie lunare.
Lassù, Mimino incontra lumache spaziali e beve il latte lunare da un cratere con l'amica stella: è un racconto più onirico, ma dotato della stessa semplicità del primo: un susseguirsi di azioni essenziali che rendono il libro adatto dai 18 mesi, quando un bambino inizia a cogliere i meccanismi narrativi.
Lo spirito di Mimino ricorda quello di un altro più celebre personaggio legato alla stessa casa editrice: La Pimpa. Come lei, Mimino parla con gli elementi naturali, e compie con quotidiana normalità piccole azioni che a un adulto possono sembrare magiche, ma rientrano perfettamente in una logica infantile. Quella in cui una scala, se lunga abbastanza, può arrivare dappertutto.