Tra gli argomenti "di moda" nell'editoria per l'infanzia, emozioni e intelligenza emotiva occupano sicuramente un posto di primo piano. Purtroppo, il panorama editoriale su questo tema non è particolarmente esaltante: per la maggior parte, troviamo sugli scaffali albi che sono meri cataloghi di emozioni, che ci raccontano che la felicità è fatta così, mentre la rabbia è fatta in quest'altro modo.
Personalmente, credo che libri di questo genere non rendano un buon servizio né alla letteratura né all'educazione emotiva.
Alla letteratura, perché l'esposizione non è sostenuta da una narrazione, un espediente o una ricerca linguistica che rendano la lettura stimolante e di qualità .
All'educazione emotiva, semplicemente perché le emozioni non si insegnano, perlomeno non nel senso tradizionale del termine. Per loro stessa definizione, le emozioni trascendono la ragione, e non è possibile incasellarle in schemi rigidi e predefiniti.
Provate a pensarci: quante volte potete dire di provare gioia, o tristezza, o rabbia "pure", e non contaminate da altri sentimenti? Se fosse tutto così semplice, probabilmente non ci porremmo neanche il problema di educare alle emozioni.
No, le emozioni si "sentono", non si pensano. E non si riconoscono come le parole su un dizionario.
Pur essendo senza dubbio un libro "a tema", e che quindi dal punto di vista letterario risente del peso di non avere una narrazione fine a se stessa,
Ascolta, di Cori Doerrfeld, recentemente edito da
Il castoro, sceglie una strada diversa per raccontare le emozioni e indicare la via per affrontarle: non le spiega, le fa sentire.
Anzi, in qualche modo, rovescia proprio il paradigma che sta dietro i "soliti" libri sulle emozioni, ponendo l'accento non sul riconoscimento dell'emozione, ma sulla sua accoglienza.
L'albo ci mostra il piccolo protagonista Timmy alle prese con una costruzione, che viene improvvisamente distrutta da uno stormo di uccelli (che prende metaforicamente e universalmente il posto di qualsiasi elemento perturbante in qualsiasi situazione idilliaca).
Uno alla volta, una serie di animali si avvicinano a Timmy, ognuno a modo suo.
C'è il pollo (curiosa traduzione: perché non gallo o gallina?), che lo incalza invitandolo a parlare.
Poi l'orso, che lo incita ad esprimere la propria rabbia gridando. Ma Timmy non vuole parlarne, né gridare, né vuole riderci su come gli consiglia la iena, o far finta di nulla come dice lo struzzo, e così via.
Finalmente arriva il coniglio, che non fa altro che sedersi accanto a lui facendogli sentire il suo contatto.
Piano piano, Timmy ritrova fiducia e inizia a parlare. Il coniglio ascolta, e Timmy passa attraverso tutte le fasi che gli animali, uno ad uno, gli avevano proposto.
Si arrabbia, ride, si nasconde, medita vendetta. Ed è attraversando tutte queste emozioni che ritrova la via per uscire dal suo momento di crisi, e a trovare una soluzione costruttiva (nel vero senso della parola!).
Ascolta racconta una storia di bimbi e animali, ma evidentemente la storia sottende molto altro.
Ci sono, a mio avviso, due possibili letture, entrambe preziose nello sviluppo emotivo di un bambino.
Gli animali possono essere gli amici (o gli adulti di riferimento), che cercano di imporre soluzioni che il bambino deve invece necessariamente trovare dentro di sé.
Oppure gli animali possono rappresentare le diverse pulsioni dentro di lui, proprio quelle che mandano in crisi un bambino, che di fronte a una situazione che lo turba non sa come reagire ed entra in crisi).
Nella prima interpretazione,
Ascolta può essere facilmente visto anche come un albo per adulti, che li faccia riflettere sul modo giusto per accostarsi a un bambino: non prevaricandolo, non dicendogli come si dovrebbe sentire o cosa dovrebbe fare, ma entrando silenziosamente in empatia con lui.
Come libro per "insegnare le emozioni", nella seconda interpretazione,
Ascolta sceglie l'arma vincente dell'accostamento delle pulsioni agli animali, esseri istintivi e dotati di note caratteriali molto evidenti. "Avere un orso" dentro di sé può essere per un bambino una rappresentazione efficace del proprio sentire, perché più concreta delle solite etichette.
In entrambi i casi, che si parli di approccio al malessere di un amico o di scoperta delle pulsioni dentro di sé, la soluzione è la stessa: di fronte a una crisi, a una di quelle tempeste emotive che creano confusione interiore, è necessario aspettare, ascoltare (o ascoltarsi), attraversare le proprie emozioni, e solo allora sarà possibile ripartire.
Il fulcro di questo albo, quello che lo differenzia dai soliti "libri sulle emozioni" è proprio questo: non serve a nulla spiegare le emozioni "nitide", perché non sono quelle a rappresentare una difficoltà per il bambino. Il bambino ha bisogno di aiuto proprio quando quelle emozioni si sovrappongono e si mescolano talmente tanto da non riconoscerle più.
E in quel momento, per quanto sia difficile, l'imperativo può essere soltanto uno:
Ascolta.