Ci sono molte ragioni per le quali nelle scuole di quasi ogni ordine e grado si sta diffondendo la pratica dell'orto di classe. Una di esse è che l'orto è una metafora molto potente della crescita, di come con le giuste cure e seminando bene, la terra possa dare i suoi frutti. Ma forse un orto può essere anche qualcosa di più.
L'orto di Simone, brillante esordio dell'argentina RocÃo Alejandro (Kalandraka), inizia in un modo solo apparentemente banale, con un coniglio che all'arrivo della primavera prepara il suo orto.
Notiamo subito un utilizzo creativo della prospettiva e dello spazio-pagina. Se i personaggi sono rappresentati frontalmente, in modo tradizionale, l'ambientazione è vista in pianta, dall'alto.
In questo modo, la recinzione dell'orto forma una cornice che racchiude la superficie della pagina.
Uno spazio sicuro, ben delimitato, chiuso agli attacchi esterni, nel quale Simone inizia a coltivare le sue carote.
Simone ara, semina, raccoglie, e proprio al momento della raccolta arriva il suo amico Paolo, che offre il proprio aiuto e, come spesso accade, anche qualche consiglio non richiesto, come quello di seminare la lattuga.
Il piccolo spazio sicuro di Simone si apre. Il contorno così solido si rompe e il terreno da lavorare invade la pagina di sinistra, finora riservata alla parte testuale del libro.
E come Paolo, altri amici di Simone arrivano e iniziano a piantare pomodori, melanzane, mais.
Simone, naturalmente, non è particolarmente felice di questa intrusione, e lo esprime, pur senza riuscire a imporsi, ricordando che quelle sono le sue carote.
L'orto continua ad aprirsi fino a coprire completamente l'altra pagina, e Simone scompare: si sarà arrabbiato?
A sorpresa, Simone torna, non più contrariato, portando il cartello "l'orto di tutti".
Ora lo spazio tradizionale del libro non basta più: per contenere tutte le piante le pagine raddoppiano e si aprono creando un effetto poster.
Aprire il proprio orto, abbattere gli steccati, confrontarsi con l'esterno richiede uno sforzo (l'autrice lo comunica con sincerità : Simone in un primo momento è visibilmente seccato), ma alla fine è dalla condivisione e dalla cooperazione che nasce il risultato più ricco.
Originale ed efficace la cifra stilistica delle immagini: RocÃo Alejandro usa una tecnica a timbri, che risalta soprattutto sulle verdure coltivate, e solo due colori principali (nero e arancione) nelle loro sfumature. La texture di carta millimetrata con cui rappresenta la terra arata sottolinea quell'ordine matematico perfetto che verrà poi stravolto dall'arrivo degli amici.
L'idea del libro, nata dall'osservazione degli orti comuni del suo quartiere, e la sua realizzazione grafica, danno profondità a un tema che era già stato ampiamente sviscerato, ma con una semplicità che lo rende adatto alla lettura anche da parte dei più piccoli, a partire dai tre anni.
E non c'è niente da fare: a me quella carta millimetrata, quell'ordine perfetto così stravolto e migliorato dalla collaborazione, ha messo voglia di giocare.
È così che è nato
Due cose non mancano mai a casa mia: un dado classico e un po' di nastro biadesivo per personalizzarlo.
E così basta ricoprire le sue facce con delle verdure (due cespi di insalata, due rape, una carota e una luna, poi capirete perché), preparare una tabella-orto e alcune tessere-verdura (trovate tutto nel mio pdf stampabile) per iniziare il proprio orto, con due modalità di gioco.
Gioco tradizionale.
A turno ogni giocatore lancia il dado. Se esce una verdura, prende una tessera e ricopre uno degli spazi della propria tessera-orto.
Ogni tessera ha tre file, una per verdura.
Se esce luna, è notte: non si può lavorare. Il giocatore salta il turno.
Vince chi riempie per primo il proprio orto.
Gioco cooperativo.
(più fedele allo spirito del libro)
Scopo del gioco è completare l'orto prima che il giorno finisca e arrivi la luna.
A turno ogni giocatore lancia il proprio dado. Se esce una verdura, prende una tessera e ricopre uno degli spazi della tessera-orto comune.
Ogni tessera ha tre file, una per verdura.
Se esce luna, il giocatore prende una tessera-sole e riempie uno degli spazi della tabella-giorno.
I giocatori vincono se riescono a completare la tabella-orto prima che sia completata la tabella-sole (e sia dunque arrivata la luna).
Iniziate così, per prendere confidenza con le regole, poi buttate via le tabelle e le tessere e giocate con una matita su un foglio quadrettato: progettate il vostro orto nella forma che volete, e le verdure disegnatele a mano.
Coltivate in questo gioco anche la vostra creatività .
L'orto di Simone, brillante esordio dell'argentina RocÃo Alejandro (Kalandraka), inizia in un modo solo apparentemente banale, con un coniglio che all'arrivo della primavera prepara il suo orto.
Notiamo subito un utilizzo creativo della prospettiva e dello spazio-pagina. Se i personaggi sono rappresentati frontalmente, in modo tradizionale, l'ambientazione è vista in pianta, dall'alto.
In questo modo, la recinzione dell'orto forma una cornice che racchiude la superficie della pagina.
Uno spazio sicuro, ben delimitato, chiuso agli attacchi esterni, nel quale Simone inizia a coltivare le sue carote.
Simone ara, semina, raccoglie, e proprio al momento della raccolta arriva il suo amico Paolo, che offre il proprio aiuto e, come spesso accade, anche qualche consiglio non richiesto, come quello di seminare la lattuga.
Il piccolo spazio sicuro di Simone si apre. Il contorno così solido si rompe e il terreno da lavorare invade la pagina di sinistra, finora riservata alla parte testuale del libro.
E come Paolo, altri amici di Simone arrivano e iniziano a piantare pomodori, melanzane, mais.
Simone, naturalmente, non è particolarmente felice di questa intrusione, e lo esprime, pur senza riuscire a imporsi, ricordando che quelle sono le sue carote.
L'orto continua ad aprirsi fino a coprire completamente l'altra pagina, e Simone scompare: si sarà arrabbiato?
A sorpresa, Simone torna, non più contrariato, portando il cartello "l'orto di tutti".
Ora lo spazio tradizionale del libro non basta più: per contenere tutte le piante le pagine raddoppiano e si aprono creando un effetto poster.
Aprire il proprio orto, abbattere gli steccati, confrontarsi con l'esterno richiede uno sforzo (l'autrice lo comunica con sincerità : Simone in un primo momento è visibilmente seccato), ma alla fine è dalla condivisione e dalla cooperazione che nasce il risultato più ricco.
Originale ed efficace la cifra stilistica delle immagini: RocÃo Alejandro usa una tecnica a timbri, che risalta soprattutto sulle verdure coltivate, e solo due colori principali (nero e arancione) nelle loro sfumature. La texture di carta millimetrata con cui rappresenta la terra arata sottolinea quell'ordine matematico perfetto che verrà poi stravolto dall'arrivo degli amici.
L'idea del libro, nata dall'osservazione degli orti comuni del suo quartiere, e la sua realizzazione grafica, danno profondità a un tema che era già stato ampiamente sviscerato, ma con una semplicità che lo rende adatto alla lettura anche da parte dei più piccoli, a partire dai tre anni.
E non c'è niente da fare: a me quella carta millimetrata, quell'ordine perfetto così stravolto e migliorato dalla collaborazione, ha messo voglia di giocare.
È così che è nato
Il gioco del dado e dell'orto
Due cose non mancano mai a casa mia: un dado classico e un po' di nastro biadesivo per personalizzarlo.
E così basta ricoprire le sue facce con delle verdure (due cespi di insalata, due rape, una carota e una luna, poi capirete perché), preparare una tabella-orto e alcune tessere-verdura (trovate tutto nel mio pdf stampabile) per iniziare il proprio orto, con due modalità di gioco.
Gioco tradizionale.
A turno ogni giocatore lancia il dado. Se esce una verdura, prende una tessera e ricopre uno degli spazi della propria tessera-orto.
Ogni tessera ha tre file, una per verdura.
Se esce luna, è notte: non si può lavorare. Il giocatore salta il turno.
Vince chi riempie per primo il proprio orto.
Gioco cooperativo.
(più fedele allo spirito del libro)
Scopo del gioco è completare l'orto prima che il giorno finisca e arrivi la luna.
A turno ogni giocatore lancia il proprio dado. Se esce una verdura, prende una tessera e ricopre uno degli spazi della tessera-orto comune.
Ogni tessera ha tre file, una per verdura.
Se esce luna, il giocatore prende una tessera-sole e riempie uno degli spazi della tabella-giorno.
I giocatori vincono se riescono a completare la tabella-orto prima che sia completata la tabella-sole (e sia dunque arrivata la luna).
Iniziate così, per prendere confidenza con le regole, poi buttate via le tabelle e le tessere e giocate con una matita su un foglio quadrettato: progettate il vostro orto nella forma che volete, e le verdure disegnatele a mano.
Coltivate in questo gioco anche la vostra creatività .