Non ci sono temi che non si possano affrontare con i bambini, basta trovare la chiave giusta.
Zio Elefante di Arnold Lobel inizia con un avvenimento sconvolgente: i genitori del piccolo protagonista scompaiono. L'elefantino lo racconta in prima persona, con totale naturalezza:
Un giorno mamma e papà partirono per un giro in barca. Io non potevo andare con loro: avevo mal di gola e mi colava la proboscide. Andai a casa e mi infilai a letto.
Scoppiò un temporale.
La barca non tornò indietro.
Mamma e papà erano scomparsi in mare.
In questo incipit così drammatico trova spazio persino un dettaglio che ci fa sorridere: l'idea di un elefante con la proboscide che cola. È il flusso di pensieri di un bambino, nella sua pulita autenticità .
È così che nella vita del protagonista arriva zio Elefante, che porta il piccolo a casa con sé. Nella narrazione si incontrano in modo poetico e credibile due generazioni: il piccolo elefante studia incuriosito le rughe del vecchio zio, il cui corpo "scricchiola" quando si siede. Dal canto suo, lo zio torna bambino (e ci riesce benissimo!) per sollevare i pensieri del piccolo e farlo sorridere. Lo fa con una spontaneità incredibile, tanto che lo ritroviamo a contare i pali che scorrono lungo il paesaggio attraversato dal treno (chi, se non un bambino, lo fa?).
Abbiamo conosciuto Arnold Lobel in Rana e Rospo sempre insieme, edito anch'esso da Babalibri, e di lui ritroviamo l'arguzia e la cura nei dettagli, ma al posto del lieve nonsense del primo libro di cui vi ho parlato, c'è in Zio Elefante una sorta di lieve profondità .
La prosa serena e piana riesce a grattare sotto la superficie rivelando nei dettagli della narrazione un meraviglioso complesso di emozioni: la paura, l'incertezza, l'affetto, la commozione, il sollievo, l'allegria, la tristezza. Anche le immagini trasmettono un grande calore, nelle figure e negli sguardi dei due protagonisti e nei colori mai troppo accesi.
Se dalle prime pagine Zio Elefante può sembrare una semplice raccolta di episodi sparsi, di storie di zio e nipote, senza una reale trama complessiva portante, scopriamo verso la fine una potente circolarità . Dialoghi e dettagli ritornano e ritrovano un senso, una compiutezza, lasciando qualche brivido di emozione in più al lettore.
In Zio Elefante Lobel ha la capacità di portare lo spessore di un romanzo in un libro di poche pagine dedicato ai primi lettori (in stampato maiuscolo, addirittura!): perché anche chi inizia a leggere si merita la buona letteratura.