Come ve lo immaginate un pony?
Tarzan sembra un uomo solitario infilato a forza in un villaggio vacanze con servizio animazione: detesta tutto e tutti e non si risparmia nel manifestarlo.
Ma al di là della parabola narrativa, agile e abbastanza incalzante, a rendere il libro divertente e godibile è proprio il tono di voce di Tarzan, pony musone.
No, non fisicamente, parlo del suo carattere, dei suoi pensieri. Probabilmente immaginate un animale dolce, giocherellone, pronto a farsi coccolare da tutti i bambini. Il pony, d'altra parte, sembra quasi un anello di congiunzione tra l'animale vero e il peluche.
Ecco: Tarzan musolungo. Un pony al galoppo verso la libertà è pronto a scardinare questa idilliaca visione con un protagonista musone, scorbutico e lamentoso, ma che non può non catturare la simpatia dei lettori.
Nel romanzo, scritto da Cécile Alix con le (poche) illustrazioni di Louis Thomas e pubblicato in Italia da Terre di Mezzo editore, Tarzan racconta la sua storia in prima persona: la famiglia del suo amato padroncino Noè si trasferisce per un anno, a causa del lavoro del padre, e lui viene mandato a tradimento nel maneggio Edelweiss, dove è costretto ad avere a che fare con altri animali e soprattutto con bambine e bambini che partecipano alle gite e alle attività del campo estivo.
Più volte tenterà la fuga, fino a riuscirci e a restare coinvolto in un'avventura proprio insieme alle due bambine che non poteva soffrire.
La paura e le emozioni vissute insieme contribuiranno a cambiare la sua percezione e a dare una svolta ai suoi sentimenti verso il maneggio, i suoi gestori e i suoi visitatori.
Ma al di là della parabola narrativa, agile e abbastanza incalzante, a rendere il libro divertente e godibile è proprio il tono di voce di Tarzan, pony musone.
Rivolgendosi direttamente al lettore, lo coinvolge in riflessioni sull'assurdità di certi comportamenti umani e condisce gli avvenimenti con il suo stile sarcastico.
Anche i titoli dei capitoli contribuiscono alla costruzione di questo scorbutico personaggio: tutti (o quasi) iniziano con la parola "Odio": "Odio i van", "Odio gli addii", "Odio il maneggio degli Edelweiss", "Odio questo prato"... la lettura diventa quasi un gioco che spinge il bambino a immaginare quale sarà la prossima vittima dell'odio di Tarzan.
Tarzan musolungo è una lettura divertente, in qualche modo catartica (verso tutte quelle attività alle quali anche i bambini si sentono costretti), con quel pizzico di sentimento che rende tutto più pieno, e che ci fa amare anche un protagonista che, all'apparenza, odia tutti.