Piccioni? Ma non si diceva "andare a letto con le galline"?
Ecco, però, questo non è un libro sulla nanna molto tradizionale.
È ora di dormire, piccione! ci porta in Italia (grazie a Editrice il Castoro) uno dei personaggi più celebri di Mo Willems, insieme a Reginald e Tina: il suo capriccioso, incontenibile piccione.
Maestro nello sfondare la quarta parete e tutte le soglie del libro (lo abbiamo già visto in Non è una buona idea), Willems fa iniziare il suo albo prima ancora del frontespizio: è da qui che un uomo si rivolge direttamente al lettore chiedendogli aiuto per mettere a dormire il piccione.
Anche il piccione non si cura troppo di starsene nel suo mondo finzionale e inizia subito a rivolgere direttamente al lettore una serie di scuse e motivazioni per non dormire. Il testo sottintende un dialogo tra il lettore e il piccione, che interloquendo con un "come dici?" lascia intuire che da parte del bambino ci sia stata una frase, un'interazione.
L'albo si presta quindi a una doppia modalità di lettura: il testo può essere seguito così com'è (lasciando sottinteso l'apporto del lettore), oppure si può invitare il bambino all'interazione, spronandolo a convincere il piccione.
La variazione del ritmo, che ricorda da vicino le varie fasi del "capriccio" di un bambino che non vuole arrendersi, caratterizza la voce del libro, che alterna pagine quasi vuote, con la sola immagine del piccione e un singolo fumetto, ad altre più ricche di "vignette", con testi a volte sussurrati e a volte urlati.
Lanciato con Don't Let the Pigeon Drive the Bus! (che speriamo arrivi presto in Italia!), questo personaggio di Mo Willems spicca per la sua originalità e per la sua impertinente simpatia. In pochi tratti riesce a trasmettere un universo di atteggiamenti e un carattere ben identificato, ma soprattutto a farci ridere di gusto.