Ve lo ricordate Wacky Races? L'insetto scoppiettante, il diabolico coupé, e soprattutto Dick Dasterdly e Penelope Pitstop?
Ecco: questo curioso libro di Alex Cousseau, illustrato da Charles Dutertre (Sinnos editore), me lo ha ricordato moltissimo, nonostante lo stile visivo non possa essere più diverso.
Il fatto è che, come i cartoni di Wacky Races, anche in L'incredibile corsa dello sciroppo la trama sembra a volte passare in secondo piano rispetto alle descrizioni degli improbabili personaggi e dei loro ancor più improbabili veicoli.
Certamente l'ambientazione è più bucolica e già nella prima pagina il testo sembra farsi largo tra il brulicante verde delle piante.
Quattro pagine vengono spese nella descrizione dei veicoli, le cui parole non riescono a tenere il passo con un'illustrazione così ricca di dettagli che l'occhio non sa dove posarsi.
E quando la gara è iniziata, lo sguardo si perde sulla pagina e non coglie una fila ordinata, ma un insieme accavallato e confuso di macchinari che sembrano funzionare per miracolo.
Soltanto quando uno dei personaggi impatta con veicolo vero ne scopriamo le reali dimensioni, e ci diventa più chiaro che i protagonisti sono in realtà tutti insetti.
Tra un guasto, una fuga e una strada sbagliata, il gruppo avanza in modo buffo e squinternato verso il traguardo. Già , ma quale traguardo?
È nel finale che L'incredibile corsa dello sciroppo ritrova un'anima poetica, che mette sotto una luce nuova i personaggi e lo spirito stesso del libro.
L'invenzione tecnica lascia il posto alla natura e al suo incanto. Nessuno vince, ma vincono tutti, perché possono assistere al grande spettacolo dell'alba.
L'aspetto che abbiamo preferito? Sicuramente le assurde caratteristiche dei veicoli in gara, come Spooky, il treno fantasma con il suo binario mobile, o OxyGurt3, il vasetto di yogurt volante.
E così lo abbiamo voluto creare anche noi, un veicolo-yogurt.
Abbiamo forato un vasetto con la punta di un coltello scaldata sulla fiamma (non lasciatelo fare ai bambini!).
Vi abbiamo infilato due stuzzicadenti da spiedino, e quindi quattro ruote di cartone.
Il nostro OxyGurt non vola, ma ci stiamo lavorando.