È più o meno a due anni che il bambino inizia ad approcciarsi al gioco simbolico, a quel "far finta di" che lo fa compiere azioni simili a quelle che compiono gli adulti attorno a lui.
Strumenti del gioco simbolico possono essere dei giochi pensati e prodotti ad hoc (la cucina giocattolo), strumenti reali ma usati per finta (una pentola vera, ma senza il gas) oppure oggetti quotidiani che ricordano nella forma lo strumento che sono chiamati ad imitare (stelle filanti per fare gli spaghetti).
No, aspettate: c'è un quarto stumento che avevo dimenticato: un libro.
Coniglietto fa il bagnetto è un perfetto esempio di gioco simbolico racchiuso tra le pagine di un libro (Terre di mezzo editore).
Storia e formato (quadrotto, cartonato) lo rendono adatto proprio ai due anni di età, il momento perfetto per scoprire che con i libri si può anche giocare.
Il meccanismo "interattivo" è quello che abbiamo già conosciuto con Tullet o altri libri simili: il libro chiede di compiere una determinata azione e a questa azione corrisponde un effetto nella storia. Un po' come un videogioco, ma con la carta al posto dei pixel e l'immaginazione al posto della tecnologia.
All'inizio del libro vediamo una tinozza vuota e l'occorrente per il bagnetto pronto all'uso. Il libro invita il bambino a chiamare: "Conigliettooo?".
Nella pagina successiva, coniglietto appare, ma ora va insaponato. Un tocco alla goccia che esce dal flacone e una strofinata alla testa ed ecco comparire, nella pagina successiva, una bella schiuma.
Non sempre va tutto liscio: al momento di accendere il phon, si scopre che non funziona, quindi che fare? Si soffia forte per ascigare le orecchie a coniglietto.
Le pagine si susseguono con immagini semplici e ben definite, dai contorni netti, e sfondi a colore uniforme, blu per la fase di bagnetto, gialle per quella dell'asciugatura.
La storia ripercorre semplicemente la routine di un bagnetto qualsiasi, in cui il bambino si riconosce facilmente, ma portando l'elemento di divertimento attraverso l'interazione. C'è insomma quel giusto mix tra già noto e nuovo che desta l'attenzione del bambino e lo stimola senza destabilizzarlo, anzi rassicurandolo.
Anche sul fatto che il bagnetto può essere un gioco.
A proposito, per rendere più divertente il momento del bagnetto, non servono giocattoli costosi e ingombranti. Ecco a voi
1. Contenitori per il cibo
Sì, quelli di plastica da frigo / freezer / microonde. Che ci può fare un bimbo? Dategliene uno e vedrete. Sarà una barca, uno strumento per i travasi, e se fate qualche buco sul fondo, anche una doccia.
2. un imbuto.
Da solo, o meglio ancora abbinato ai contenitori di cui sopra, lo aiuterà a sperimentare varie leggi di fisica.
3. La gomma crepla.
Avete qualche avanzo di gomma crepla dal vostro ultimo lavoro di fai da te? Ritagliatelo in forme geometriche (o, per i bimbi più grandi, a forma di numeri e lettere). Se bagnata, la gomma crepla si appiccica alla superficie della vasca, che diventa così una lavagna perfetta per creare scritte e disegni.
Tutto questo per convincerli ad entrare in vasca. Per convincerli a uscire non lo so, io ci sto ancora lavorando.
Strumenti del gioco simbolico possono essere dei giochi pensati e prodotti ad hoc (la cucina giocattolo), strumenti reali ma usati per finta (una pentola vera, ma senza il gas) oppure oggetti quotidiani che ricordano nella forma lo strumento che sono chiamati ad imitare (stelle filanti per fare gli spaghetti).
No, aspettate: c'è un quarto stumento che avevo dimenticato: un libro.
Coniglietto fa il bagnetto è un perfetto esempio di gioco simbolico racchiuso tra le pagine di un libro (Terre di mezzo editore).
Storia e formato (quadrotto, cartonato) lo rendono adatto proprio ai due anni di età, il momento perfetto per scoprire che con i libri si può anche giocare.
Il meccanismo "interattivo" è quello che abbiamo già conosciuto con Tullet o altri libri simili: il libro chiede di compiere una determinata azione e a questa azione corrisponde un effetto nella storia. Un po' come un videogioco, ma con la carta al posto dei pixel e l'immaginazione al posto della tecnologia.
All'inizio del libro vediamo una tinozza vuota e l'occorrente per il bagnetto pronto all'uso. Il libro invita il bambino a chiamare: "Conigliettooo?".
Nella pagina successiva, coniglietto appare, ma ora va insaponato. Un tocco alla goccia che esce dal flacone e una strofinata alla testa ed ecco comparire, nella pagina successiva, una bella schiuma.
Non sempre va tutto liscio: al momento di accendere il phon, si scopre che non funziona, quindi che fare? Si soffia forte per ascigare le orecchie a coniglietto.
Le pagine si susseguono con immagini semplici e ben definite, dai contorni netti, e sfondi a colore uniforme, blu per la fase di bagnetto, gialle per quella dell'asciugatura.
La storia ripercorre semplicemente la routine di un bagnetto qualsiasi, in cui il bambino si riconosce facilmente, ma portando l'elemento di divertimento attraverso l'interazione. C'è insomma quel giusto mix tra già noto e nuovo che desta l'attenzione del bambino e lo stimola senza destabilizzarlo, anzi rassicurandolo.
Anche sul fatto che il bagnetto può essere un gioco.
A proposito, per rendere più divertente il momento del bagnetto, non servono giocattoli costosi e ingombranti. Ecco a voi
Tre insospettabili giochi da bagnetto che probabilmente avete già in casa.
1. Contenitori per il cibo
Sì, quelli di plastica da frigo / freezer / microonde. Che ci può fare un bimbo? Dategliene uno e vedrete. Sarà una barca, uno strumento per i travasi, e se fate qualche buco sul fondo, anche una doccia.
2. un imbuto.
Da solo, o meglio ancora abbinato ai contenitori di cui sopra, lo aiuterà a sperimentare varie leggi di fisica.
3. La gomma crepla.
Avete qualche avanzo di gomma crepla dal vostro ultimo lavoro di fai da te? Ritagliatelo in forme geometriche (o, per i bimbi più grandi, a forma di numeri e lettere). Se bagnata, la gomma crepla si appiccica alla superficie della vasca, che diventa così una lavagna perfetta per creare scritte e disegni.
Tutto questo per convincerli ad entrare in vasca. Per convincerli a uscire non lo so, io ci sto ancora lavorando.