È arrivata quella stagione in cui i cani si stendono a zampe aperte sulle piastrelle, io cammino scalza per casa, il Piccolo D si bagna col rubinetto del bidet e il Piccolo T chiede litri di acqua e menta con tanto ghiaccio.
Ognuno, quando le temperature salgono, trova refrigerio come può.
Anche i protagonisti di Ho caldo!, originale albo di Mako Taruishi, edizioni Babalibri.
Il pinguino, ad esempio, sta letteralmente grondando sudore. Troverà un angolo fresco dove ristorarsi?
Certo che lo troverà : una bella ombra che sembra fatta su misura per tenerlo al riparo.
Sì, però...
Però è l'ombra di una foca. E anche lei ha caldo!
Dopo l'iniziale momento di imbarazzo, pinguino e foca si muoveranno insieme alla ricerca di un posto fresco, e troveranno un'ombra più grande. Di chi sarà questa volta?
Il libro procede così, con una formula da sempre gradita ai bambini: la ripetizione e l'accumulo.
La ripetizione crea familiarità , aiuta ad anticipare la fase successiva e rassicura il bimbo, che trova conforto in qualcosa che già conosce.
L'accumulo porta qualcosa di nuovo, l'elemento sorpresa che esorcizza la noia, ma rende anche la situazione sempre più curiosa, e a modo suo comica, fino al finale, risolutivo per tutti i protagonisti coinvolti.
Ma Ho caldo! non è semplicemente una storia divertente e con tanti elementi che catturano l'attenzione dei bambini (oltre al meccanismo di ripetizione e accumulo, anche la presenza di animali e le illustrazioni semplici e pulite eppure molto espressive). È soprattutto un'esperienza sinestesica.
Saranno le goccioline di sudore, sarà l'espressione esasperata dei protagonisti che aiuta a immedesimarci in loro, sarà lo sfondo giallo-sole (o giallo-deserto), ma leggendo sembra di sentire davvero il caldo, sembra di provare davvero un po' di sollievo quando il personaggio trova ombra, e ci si sente davvero più freschi e felici nel finale che non vi svelo.
È un po' un esercizio di quello che accadrà con le prime letture indipendenti di romanzi e racconti con poche immagini, quando la propria voce interiore racconta la storia narrata dal testo e nella mente si ricostruiscono scenari, personaggi, voci e sensazioni che abbracciano tutti i cinque sensi.
Oltre ad essere coinvolgente e divertente, quindi, Ho caldo! insegna ai bambini qualcosa sui libri, sulla capacità di immaginare, di immedesimarsi e di sentire.
E naturalmente, spiega anche qualcosa su cosa sono le ombre, come nascono e perché sono diverse una dall'altra.
Ma siccome nulla aiuta a capire quanto l'esperienza, ho voluto ricreare la situazione del libro con dei semplici personaggi di carta, per far vedere quella che per noi è una realtà scontata, ma forse per i bimbi non lo è: un animale più grande fa un'ombra più grande.
Ho ricopiato su un cartoncino, abbozzandoli grossolanamente, gli animali del libro.
Ho fatto in modo che ognuno fosse sensibilmente più grande del precedente.
Poi li ho appoggiati su dei tappini di plastica per tenerli in piedi (residui di un mobile Ikea, ma vanno benissimo anche dei tappi normali a cui fare delle semplici incisioni laterali).
Infine, con una torcia ho sperimentato le dimensioni delle ombre, e come un animale grande potesse fare ombra a quello più piccolo ma non viceversa.
Ognuno, quando le temperature salgono, trova refrigerio come può.
Anche i protagonisti di Ho caldo!, originale albo di Mako Taruishi, edizioni Babalibri.
Il pinguino, ad esempio, sta letteralmente grondando sudore. Troverà un angolo fresco dove ristorarsi?
Certo che lo troverà : una bella ombra che sembra fatta su misura per tenerlo al riparo.
Sì, però...
Però è l'ombra di una foca. E anche lei ha caldo!
Dopo l'iniziale momento di imbarazzo, pinguino e foca si muoveranno insieme alla ricerca di un posto fresco, e troveranno un'ombra più grande. Di chi sarà questa volta?
Il libro procede così, con una formula da sempre gradita ai bambini: la ripetizione e l'accumulo.
La ripetizione crea familiarità , aiuta ad anticipare la fase successiva e rassicura il bimbo, che trova conforto in qualcosa che già conosce.
L'accumulo porta qualcosa di nuovo, l'elemento sorpresa che esorcizza la noia, ma rende anche la situazione sempre più curiosa, e a modo suo comica, fino al finale, risolutivo per tutti i protagonisti coinvolti.
Ma Ho caldo! non è semplicemente una storia divertente e con tanti elementi che catturano l'attenzione dei bambini (oltre al meccanismo di ripetizione e accumulo, anche la presenza di animali e le illustrazioni semplici e pulite eppure molto espressive). È soprattutto un'esperienza sinestesica.
Saranno le goccioline di sudore, sarà l'espressione esasperata dei protagonisti che aiuta a immedesimarci in loro, sarà lo sfondo giallo-sole (o giallo-deserto), ma leggendo sembra di sentire davvero il caldo, sembra di provare davvero un po' di sollievo quando il personaggio trova ombra, e ci si sente davvero più freschi e felici nel finale che non vi svelo.
È un po' un esercizio di quello che accadrà con le prime letture indipendenti di romanzi e racconti con poche immagini, quando la propria voce interiore racconta la storia narrata dal testo e nella mente si ricostruiscono scenari, personaggi, voci e sensazioni che abbracciano tutti i cinque sensi.
Oltre ad essere coinvolgente e divertente, quindi, Ho caldo! insegna ai bambini qualcosa sui libri, sulla capacità di immaginare, di immedesimarsi e di sentire.
E naturalmente, spiega anche qualcosa su cosa sono le ombre, come nascono e perché sono diverse una dall'altra.
Ma siccome nulla aiuta a capire quanto l'esperienza, ho voluto ricreare la situazione del libro con dei semplici personaggi di carta, per far vedere quella che per noi è una realtà scontata, ma forse per i bimbi non lo è: un animale più grande fa un'ombra più grande.
Ho ricopiato su un cartoncino, abbozzandoli grossolanamente, gli animali del libro.
Ho fatto in modo che ognuno fosse sensibilmente più grande del precedente.
Poi li ho appoggiati su dei tappini di plastica per tenerli in piedi (residui di un mobile Ikea, ma vanno benissimo anche dei tappi normali a cui fare delle semplici incisioni laterali).
Infine, con una torcia ho sperimentato le dimensioni delle ombre, e come un animale grande potesse fare ombra a quello più piccolo ma non viceversa.