"Sbrigati! Dai, cosa aspetti? Siamo in ritardo!"
"Ancora un minuto solo, finisco questo gioco e arrivo."
Vi è sembrato di avere un déjà -vu? Da noi questa scena è parte integrante della routine quotidiana: sveglia, pipì, colazione, lavarsi e vestirsi, contrattare fino all'inverosimile per avere un minuto di gioco in più, mettersi le scarpe e uscire.
Sarà per questo che il protagonista di questo albo sta tanto simpatico ai bambini.
"Ancora un minuto solo, finisco questo gioco e arrivo."
Vi è sembrato di avere un déjà -vu? Da noi questa scena è parte integrante della routine quotidiana: sveglia, pipì, colazione, lavarsi e vestirsi, contrattare fino all'inverosimile per avere un minuto di gioco in più, mettersi le scarpe e uscire.
Sarà per questo che il protagonista di questo albo sta tanto simpatico ai bambini.
Il cavaliere Panciaterra è una lumaca. Pardon, un cavaliere lumaca.
E ogni giorno, quando si sveglia, sa che non c'è un minuto da perdere, perché deve andare in guerra!
Per questo, si prepara molto velocemente (ehm...) per uscire.
L'irresistibile ironia di questo libro, del geniale Gilles Bachelet, che non a caso ha vinto il Premio Andersen 2016 come miglior albo illustrato, sta nel contrasto tra il testo e le immagini: la "frugale colazione" del Cavaliere è in realtà un pasto pantagruelico, la "toeletta veloce" un bagno con tanto di paperette (anzi, paperlumache).
Una volta pronto, il cavaliere inizia il viaggio. Anzi, no.
Prima risponde a qualche lettera, poi dà un bacio a sua moglie e ai suoi piccoli... poi un altro. È il piacere di procrastinare.
Leggendo il cavaliere Panciaterra ci rendiamo conto che con le nostre "guerre" in fondo facciamo un po' anche noi come i nostri bimbi: guardiamo ancora un po' di Facebook prima di affrontare i panni da stirare, rimandiamo la sveglia prima di spegnerla, lasciamo per ultimo quel documento complicato da preparare in ufficio.
Il cavaliere Panciaterra non arriverà in tempo sul campo di battaglia, dove anche gli altri combattenti preferiscono fare altro, e rimandare la guerra ancora un po'. Mentre ci fa ridere, insomma, questo albo porta empatia tra genitori e figli: i piccoli vedono che a rimandare sempre non si fa più nulla, i grandi sorridono e pensano che in fondo, un minuto in più non può fare male a nessuno, se è speso con chi si ama.
L'altro aspetto straordinario di questo albo è la ricchezza delle illustrazioni, che non si limitano mai ad accompagnare i testi (in modo mai didascalico e banale, come abbiamo visto), ma inseriscono nuovi elementi e addirittura nuove piccole storie da scoprire, immaginandole dagli elementi a disposizione.
Analizando le immagini si scoprirà ad esempio che le lumache hanno i bruchi come animali da compagnia, si vedranno degli unicorni-lumaca, si intuirà uno scontro con tre briganti. I più grandi apprezzeranno anche le numerose citazioni: da quelle più quotidiane (il wall di Facebook) a quelle più colte (i mulini a vento di Don Chisciotte o la partita a scacchi ispirata al Settimo sigillo di Bergman).
Il cavaliere Panciaterra ha insomma tantissimi livelli di lettura, e sono certa che potrà accompagnarci per molti anni senza annoiare mai, regalando sfumature, storie e riflessioni diverse secondo l'età .
Noi, intanto, ci siamo fatti quattro risate con questo buffo e lento personaggio, e per giocare con lui abbiamo costruito la nostra personalissima
famiglia panciaterra.
Con una taglierina si preparano tante strisce di carta colorate.Con la colla, si chiude un piccolo anello a una delle estremità (la testa) e si avvolge l'altra estremità su una penna o uno stuzzicadenti, in modo da creare una spirale.
Infine si disegna il viso e si attaccano altre due striscioline per fare le corna.
Fate vedere una volta come si fa, poi fate fare al vostro bimbo.
Ogni strisciolina può essere decorata con i colori prima di essere incollata e avvolta, per creare tanti Panciaterra uno diverso dall'altro.
E poi? Bisogna sbrigarsi e uscire?
No: poi si gioca tutti insieme con la famiglia Panciaterra, facendosi più coccole possibile. Perché la morale è chiara:
"ci sono moltissime cose che si possono rimandare all'indomani, ma sicuramente non un bel bacio bavoso".