Si sa: la disperazione è sempre la fonte di ispirazione più efficace. E lo è stata anche nel caso di questo gioco.
È quello che succede ai protagonisti di questo splendido libro, che parla di animali, paure e sensazioni.
Ed è quello che ho voluto provare a fare col piccolo T, con un gioco semplice semplice fatto tutto di tatto (e scusate le T).
Non è nemmeno lo svezzamento.
Non è nemmeno il ritorno al lavoro, o l'inserimento all'asilo.
No, per una mamma (o almeno per me) la prova più difficile di tutte è stato lui: lo "spannolinamento".
Iniziato a due anni e mezzo, interrotto dopo tre o quattro mesi per palese insufficienza di motivazioni da parte del Piccolo T, ripreso a tre anni passati senza troppa fiducia nel risultato, lo "spannolinamento" mi ha insegnato una piccola grande verità : non esistono metodi efficaci da applicare, se non aspettare che il bambino lo voglia fare.
Ci sono libri istruttivi, libri con la morale, libri che commuovono, libri che (così dicono) aiutano a risolvere piccoli problemi quotidiani come il vasino e la paura del buio, libri che permettono di affrontare con i figli argomenti difficili.
Ma se mi chiedete quali sono i libri che io e il Piccolo T amiamo di più, quelli che leggiamo più volentieri, quelli più "consumati" dall'uso, be', non c'è dubbio: sono quelli che ci fanno ridere.
E in questi anni ne abbiamo trovati di eccezionali. Ve ne presento tre, tra i nostri preferiti di sempre.
Ma se mi chiedete quali sono i libri che io e il Piccolo T amiamo di più, quelli che leggiamo più volentieri, quelli più "consumati" dall'uso, be', non c'è dubbio: sono quelli che ci fanno ridere.
E in questi anni ne abbiamo trovati di eccezionali. Ve ne presento tre, tra i nostri preferiti di sempre.
"Mamma, oggi vado all'asilo o è vacanza?"
"Tesoro, sono le quattro, questa era la nanna del pomeriggio"
Non so da voi, ma qui la confusione tra giorni e ore del giorno regna sovrana.
Figuriamoci se alla doppia nanna si aggiungono la fortuna e il privilegio di avere ben due paia di nonni amorevoli a disposizione per coprire il tempo che passa tra la fine della scuola materna (troppo presto) e l'arrivo di mamma o papà da lavoro (troppo tardi).
"Tesoro, sono le quattro, questa era la nanna del pomeriggio"
Non so da voi, ma qui la confusione tra giorni e ore del giorno regna sovrana.
Figuriamoci se alla doppia nanna si aggiungono la fortuna e il privilegio di avere ben due paia di nonni amorevoli a disposizione per coprire il tempo che passa tra la fine della scuola materna (troppo presto) e l'arrivo di mamma o papà da lavoro (troppo tardi).
Chiamate i giudici del Guinness World Record, o perlomeno quelli del Guinness (my) Home Record: stavolta abbiamo battuto ogni primato di "Me lo rileggi, mamma?".
Ho portato a casa questo libro di venerdì, ed entro la fine del week end lo avevamo già letto una trentina di volte, tra cui un paio in macchina, perché l'unico modo per convincere il Piccolo T a uscire era promettergli che glielo avrei letto in viaggio.
Per fortuna Ti mangio! di John Fardell (Il Castoro), è divertente da leggere anche per mamma e papà . Anche trenta volte in un week end.
Ve lo ricordate il negozio che avevo costruito con uno scaffale Ikea?
Be', anche per un treenne, per quanto sia bello vendere, deve arrivare anche il momento di incassare, e il negozio non sarebbe stato completo senza un registratore di cassa.
Come fare? Tre sono le componenti fondamentali di un registratore: i tasti, il rotolo degli scontrini e naturalmente il casetto dei soldi.
Missione: riuscire a costruire tutto questo utilizzando soltanto materiale di riciclo.
Be', anche per un treenne, per quanto sia bello vendere, deve arrivare anche il momento di incassare, e il negozio non sarebbe stato completo senza un registratore di cassa.
Come fare? Tre sono le componenti fondamentali di un registratore: i tasti, il rotolo degli scontrini e naturalmente il casetto dei soldi.
Missione: riuscire a costruire tutto questo utilizzando soltanto materiale di riciclo.
Si chiamano silent books, o wordless books, o più semplicemente libri senza parole, e vi confesso che all'inizio mi facevano un po' paura. Sono libri che raccontano una storia unicamente attraverso le immagini.
Carini da sfogliare e guardare da soli, ma come si fa a leggerli a un bimbo? Ci si inventa la storia, anche se le parole saranno sempre diverse? Si lascia fare al bambino? Gli si fanno delle domande per guidarlo nella lettura delle immagini?
Non credo ci sia una vera risposta a questa domanda: sta a ognuno trovare la sua "via" al silent book, e forse quella "via" è diversa per ogni libro.
Per Indovina che cosa succede. Una passeggiata invisibile la nostra via l'abbiamo trovata.
Prima di spiegarvela, però, voglio presentarvi il libro: un libro splendido e curioso, che oltre a non avere parole, per la maggior parte delle pagine non ha nemmeno personaggi.
La storia è raccontata attraverso delle impronte: impronte di un bimbo, del suo cane, ma anche di un bastone o della ruota della carriola.
Impronte la cui origine viene spesso svelata nella pagina successiva (dove vediamo, ad esempio, la carriola abbandonata), o si intuisce dagli elementi presenti nella pagina stessa (dei rami tagliati a terra, varie impronte sul posto, e improvvisamente accanto alle orme umane ne appare una piccola e tonda, segno che il protagonista si è fatto un bastone).
I protagonisti li conosceremo solo alla fine, e scopriremo anche il perché di questa passeggiata sulla neve.
Una passeggiata che, prima ancora che con gli occhi, abbiamo seguito con le dita. Ecco la "chiave" di lettura che ho trovato: far ripercorrere al Piccolo T la storia, camminando con le dita sulle pagine del libro, mentre la raccontavo.
E a ogni nuova "passeggiata" la storia si arricchiva. Il bello di questo libro, infatti, è che si possono scoprire dettagli nuovi a ogni lettura (un passo indietro per aprire un cancello, un tratto in cui mancano delle orme e forse qualcuno ha saltato o è stato preso in braccio, una zona scivolosa in cui le impronte diventano scie).
Siamo partiti con la mia voce che raccontava la storia e le sue dita che la seguivano. Alla seconda lettura ho aggiunto delle domande ("Cos'è successo qui? Di chi sono queste orme?"), finché è stato il Piccolo T a fermarmi nel racconto per indicarmi qualche particolare nuovo.
È questo il bello dei silent book: stimolano il dialogo, la fantasia nel ricostruire la storia, il ragionamento. E in Indovina che cosa succede la sensazione di "riempire" le pagine con la propria immaginazione è ancora più forte, dal momento che la storia segue tracce di personaggi che non si vedono.
E oltre a stimolare la fantasia, questo libro ha stimolato anche la nostra voglia di giocare. Così, tra un'orma e l'altra, mi sono inventata
Il percorso a impronte
un gioco facilissimo da fare in casa, quasi senza preparazione, in una giornata di pioggia.
Da dove si comincia? Dalle impronte!
Basta trovare delle impronte riconoscibili di animali che possibilmente si muovono in modo diverso tra loro, disegnarle e ritagliarle. E se proprio non volete disegnarle, stampate il mio pdf cliccando qui o sull'immagine qui sotto:
Poi, si distribuiscono per tutta casa, appoggiandole per terra e, volendo, fissandole con il nastro adesivo.
Il bimbo dovrà seguire il percorso e, quando trova un'impronta, spostarsi fino all'impronta successiva imitando (nei movimenti, ma volendo anche nella voce) l'animale a cui appartiene.
Ecco le mie orme:
- delle scarpe: si cammina normalmente con le pantofole ai piedi,
- i piedi nudi: ci si deve togliere le pantofole,
- cane o gatto: si va a quattro zampe,
- rana: si salta "a ranocchio", con le ginocchia larghe e mettendo ogni volta le mani a terra,
- un canguro: si salta stando solo sui piedi, tenendo le mani al petto – e lo so, non è esattamente così l'impronta di un canguro, ma volevo crearla in un formato che fosse ritagliabile,
- un uccellino: si "vola", saltellando e muovendo le braccia come se fossero ali.
Lo dico a tutte le aspiranti future nuore in ascolto, anzi, in lettura: sto crescendo un perfetto (be', insomma, diciamo buono) ometto di casa.
Sarà merito del suo papà che è molto attivo nei lavori domestici, o della sua curiosità verso tutto quello che faccio, comprese cucina e lavatrice, ma gli piace molto aiutarmi in casa (per chi non è mamma, la traduzione esatta di "aiutarmi" è "rallentarmi, ma con buone intenzioni").
Così, la seconda pagina del mio quiet book l'ho dedicata a una delle sue attività domestiche preferite: fare la lavatrice e stendere.
Sarà merito del suo papà che è molto attivo nei lavori domestici, o della sua curiosità verso tutto quello che faccio, comprese cucina e lavatrice, ma gli piace molto aiutarmi in casa (per chi non è mamma, la traduzione esatta di "aiutarmi" è "rallentarmi, ma con buone intenzioni").
Così, la seconda pagina del mio quiet book l'ho dedicata a una delle sue attività domestiche preferite: fare la lavatrice e stendere.
Ohibò, e che ci fa un gatto con le scarpe?
Sarà la versione primavera-estate del suo più famoso collega con gli stivali?
No: è Rocco il gatto, un personaggio a quanto pare famosissimo nel mondo anglosassone, dove è noto come Pete the cat, ma che non avevo mai sentito nominare, e che ho scoperto grazie al consiglio di una bravissima bibliotecaria.
Be', grazie mille, bravissima bibliotecaria, perché io e il Piccolo T con questo libro ci siamo divertiti da pazzi. E in più, è anche una bella occasione per imparare un po' di inglese.
Sarà la versione primavera-estate del suo più famoso collega con gli stivali?
No: è Rocco il gatto, un personaggio a quanto pare famosissimo nel mondo anglosassone, dove è noto come Pete the cat, ma che non avevo mai sentito nominare, e che ho scoperto grazie al consiglio di una bravissima bibliotecaria.
Be', grazie mille, bravissima bibliotecaria, perché io e il Piccolo T con questo libro ci siamo divertiti da pazzi. E in più, è anche una bella occasione per imparare un po' di inglese.
Eccomi
Copywriter e anche un po' account, co-autrice di fumetti, dilettante (ma appassionata) del fai da te, navigatrice compulsiva, divoratrice di libri e di serie TV. Divido la casa con un marito, tre figli e parecchi gatti di polvere.
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