Nell'immaginario collettivo, il serpente è associato alla tentazione, al veleno, alla "lingua biforcuta", al traditore di cui non fidarsi.
E forse è questa la chiave che fa di Crictor un protagonista del tutto inaspettato: lui è esattamente l'opposto.
Crictor. Il serpente buono di Tomi Ungerer, riedito recentemente da LupoGuido in una splendida edizione con copertina rigida e dorso in tela, è infatti un boa constrictor domestico.
Madame Louise Bodot, anziana insegnante, lo riceve in regalo dal figlio, studioso di rettili.
Dopo un'iniziale fase di sgomento, inizia ad accudirlo come fosse un bambino, e ben presto Crictor si rivela un fantastico compagno, premuroso e pronto ad accompagnare l'anziana padrona e ad aiutarla nelle diverse incombenze.
Come già era accaduto con Emil, il polpo gentile, altro titolo di Ungerer con cui questo albo ha molti punti in comune, anche Crictor non si limita ad essere un animale domestico, ma partecipa attivamente alla vita sociale, aiutando Madame Bodot nelle lezioni, giocando con i bambini al parco e arrivando infine a sgominare una rapina: sarà un personaggio amato e rispettato da tutti.
È la vittoria dei buoni sentimenti, che passa attraverso una narrazione serena, descrittiva, in cui la quotidianità viene prima degli eventi: l'albo ruota attorno a Crictor come personaggio e non alle sue azioni o al dipanarsi di una storia.
Lo stupore e la bellezza di questa narrazione arrivano quindi dalla descrizione del protagonista, così estraneo al suo nuovo contesto, eppure così ben integrato.
Come era stato per Emil, anche questa volta Ungerer incentra gran parte dell'albo sulla fisicità del protagonista.
La caratteristica strutturale di Crictor, essere lungo, sottile e snodabile, diventa un gioco che pagina dopo pagina ci offre spunti diversi, a partire dal pacco a forma di O in cui il serpente viene consegnato a Madame Bodot.
Il serpente si diverte poi a formare lettere e numeri con il suo corpo, come fosse una lavagna vivente per gli alunni della scuola.
E si trasforma in uno scivolo e una corda per saltare.
Ungerer fa di Crictor, con la grazia e l'eleganza delle sue illustrazioni, quello che qualsiasi bambino farebbe con un serpente giocattolo: si diverte a piegarlo, a trasformarlo, a utilizzare la sua fisicità per inventare nuovi giochi.
E forse è proprio questa la forza di Emil e di Crictor: sono protagonisti animati, ma al tempo stesso rispondono a un'esigenza bambina, quella di esplorare e testare i limiti e le potenzialità degli oggetti con cui hanno a che fare.
Per farlo anche con i vostri bimbi, non serve che adottiate un serpente vero. Potete divertirvi a costruire
Bastano delle strisce (molte) di carta colorata e un po' di colla.
Incollate ad angolo retto due estremità .
Poi iniziate a piegare, alternando le due strisce, in modo da creare una fisarmonica. Quando una striscia finisce, potete incollarne un'altra.
Aggiungete una testa e una coda, ed ecco il vostro serpente, pronto a snodarsi e a creare un sacco di cose.
Quante cose?
Be', direi infinite.
Come la vostra fantasia.
E forse è questa la chiave che fa di Crictor un protagonista del tutto inaspettato: lui è esattamente l'opposto.
Crictor. Il serpente buono di Tomi Ungerer, riedito recentemente da LupoGuido in una splendida edizione con copertina rigida e dorso in tela, è infatti un boa constrictor domestico.
Madame Louise Bodot, anziana insegnante, lo riceve in regalo dal figlio, studioso di rettili.
Dopo un'iniziale fase di sgomento, inizia ad accudirlo come fosse un bambino, e ben presto Crictor si rivela un fantastico compagno, premuroso e pronto ad accompagnare l'anziana padrona e ad aiutarla nelle diverse incombenze.
Come già era accaduto con Emil, il polpo gentile, altro titolo di Ungerer con cui questo albo ha molti punti in comune, anche Crictor non si limita ad essere un animale domestico, ma partecipa attivamente alla vita sociale, aiutando Madame Bodot nelle lezioni, giocando con i bambini al parco e arrivando infine a sgominare una rapina: sarà un personaggio amato e rispettato da tutti.
È la vittoria dei buoni sentimenti, che passa attraverso una narrazione serena, descrittiva, in cui la quotidianità viene prima degli eventi: l'albo ruota attorno a Crictor come personaggio e non alle sue azioni o al dipanarsi di una storia.
Lo stupore e la bellezza di questa narrazione arrivano quindi dalla descrizione del protagonista, così estraneo al suo nuovo contesto, eppure così ben integrato.
Come era stato per Emil, anche questa volta Ungerer incentra gran parte dell'albo sulla fisicità del protagonista.
La caratteristica strutturale di Crictor, essere lungo, sottile e snodabile, diventa un gioco che pagina dopo pagina ci offre spunti diversi, a partire dal pacco a forma di O in cui il serpente viene consegnato a Madame Bodot.
E si trasforma in uno scivolo e una corda per saltare.
Ungerer fa di Crictor, con la grazia e l'eleganza delle sue illustrazioni, quello che qualsiasi bambino farebbe con un serpente giocattolo: si diverte a piegarlo, a trasformarlo, a utilizzare la sua fisicità per inventare nuovi giochi.
E forse è proprio questa la forza di Emil e di Crictor: sono protagonisti animati, ma al tempo stesso rispondono a un'esigenza bambina, quella di esplorare e testare i limiti e le potenzialità degli oggetti con cui hanno a che fare.
Per farlo anche con i vostri bimbi, non serve che adottiate un serpente vero. Potete divertirvi a costruire
Un serpente di carta.
Incollate ad angolo retto due estremità .
Poi iniziate a piegare, alternando le due strisce, in modo da creare una fisarmonica. Quando una striscia finisce, potete incollarne un'altra.
Aggiungete una testa e una coda, ed ecco il vostro serpente, pronto a snodarsi e a creare un sacco di cose.
Quante cose?
Be', direi infinite.
Come la vostra fantasia.