I libri fanno sognare, viaggiare, imparare. Questo vale per tutti i libri del mondo (vabbe', facciamo che escludiamo Moccia e simili?).
Ma i libri per bambini hanno una magia in più: creano relazione.
Un libro letto insieme al papà o alla mamma è molto più di una storia con delle belle immagini: è una coccola, un momento passato insieme, un modo per conoscersi e per scambiarsi affetto.
E ci sono libri che più di altri rappresentano questa idea di "libro-coccola". Uno tra i miei preferiti è senza dubbio Morsicotti, letto, straletto e consumato dal Piccolo T e dal Piccolo D.
Più protostoria che storia (e perfetto per questo già da un anno di età se non prima), Morsicotti ha come protagonisti un topolino e un bimbo (gli stessi di Cucù. Di chi è questa manina?, sempre di Cri e Ninie e sempre edito da Zoolibri, di cui vi avevo parlato qui).
Il topolino inizia a chiederedere al bimbo cosa succederebbe se lui gli desse un "morsicotto". Ogni volta, il bimbo risponde con dei versi di animali.
"E se ti mordicchio una guancia?"
"Bau! Bau! Abbaio come un cane."
A volte i versi sono casuali, a volte sono legati alla parte del corpo rosicchiata. Così, al morsetto su una mano, il bimbo risponde pizzicando come un granchio, con le manine trasformate in chele, mentre in risposta a un morso sul culetto, be'... fa "Prooot!" come una puzzola!
E di volta in volta, nelle diverse pagine, il bimbo si trasforma nell'animale di cui parla, finché il topo non rinuncia ai suoi morsicotti e dà un bacino al bimbo, che si addormenta.
I motivi per amare Morsicotti e per proporlo ai bimbi sono tanti:
- le illustrazioni tenere, simpatiche e adatte anche ai più piccoli, con colori e contorni netti e figure di facile comprensione.
- La struttura ripetitiva (provocazione del topolino - reazione del bimbo, con verso e spiegazione), che rassicura i bambini e li invita ad imparare a memoria il libro e ad anticiparne i passaggi.
- Le onomatopee, che catturano, coinvolgono e divertono.
- Gli animali, sempre fonte di grande curiosità per i bambini.
- Il valore didattico: leggendo, il bimbo impara a conoscere i versi degli animali, ma anche le parti del corpo, e ad acquisire consapevolezza di sé.
Sì, perché è praticamente d'obbligo, leggendo, rifare al bimbo le stesse cose che gli farebbe il topolino: pizzicottare il nasino, mordicchiare l'orecchio o la pancia, fare solletico sul pancino.
Così il vostro bimbo lo vorrà ascoltare (e voi lo vorrete leggere) non solo per il testo, le immagini e i suoni, ma anche perché ogni lettura si trasformerà in un momento di gioco e contatto con voi.
È uno splendido modo per avvicinare alla lettura anche i bimbi più restii, o i genitori convinti che leggere a un bimbo significhi solo raccontare fiabe con lunghi testi e nessuna interazione. Scopriranno entrambi che leggere è tutt'altro che un'attività statica e noiosa.
E per continuare la coccola anche dopo aver riposto il libro (dopo le consuete duemila letture di seguito), ci siamo ispirati al bimbo e al topolino per creare
i dadi delle coccole
Per prima cosa, abbiamo creato simboli da mettere sui dadi.
Un dado indica il gesto da fare: bacino, solletico e carezza (ho evitato pizzicotti e morsi nel timore che il gioco degenerasse, o di creare meccanismi che poi potessero essere ripetuti all'asilo con i compagni).
L'altro dado indica la parte del corpo a cui il gesto si rivolge: piedini, pancino, orecchio, viso, manina o gamba (in questo caso ho evitato parti intime come il culetto, proprio per non avallarle come gioco, in un'ottica di prevenzione degli abusi).
Disegnati i simboli su un foglio di carta, li ho applicati con il biadesivo ai dadi.
La cosa più semplice è attaccare la striscia di nastro biadesivo direttamente sul retro della carta per poi ritagliare i dischetti con l'adesivo già applicato.
Ed eccoli pronti. Giocateci come volete: potete tirarli a turno, oppure insieme, e farvi reciprocamente la stessa coccola.
Un dado decide cosa fare, l'altro dove farlo. È un modo divertente per imparare le parti del corpo, ma anche le prime regole di gioco (rispettare il responso del dado, aspettare il proprio turno per tirarlo).
Noi ci abbiamo passato una mezz'oretta a giocarci in tre: io, Piccolo T e Piccolo D.
Solletico sulle gambe!
E... bacino sul pancino.
Anzi, sul pancione.
Ops. Forse c'è qualcosa che ancora non vi avevo detto. :)