"Puoi essere tutto ciò che vuoi, purché tu sia felice", pensa il bravo genitore.
"E purché tu legga", aggiunge il genitore lettore, più o meno esplicitamente.
Leggere è importante per mille ragioni che ogni lettore conosce, ma il passaggio dalla lettura condivisa a quella autonoma non è sempre facile. Anche se abbiamo letto loro ad alta voce fin da quando erano ancora appena nati, o addirittura prima, invogliare i bambini a leggere da soli può essere più complicato di quanto ci aspettiamo. Come fare?
L'esperienza (e anche i libri, naturalmente) mi hanno dato qualche consiglio che vi voglio lasciare.
1. Rendersi conto che leggere è faticoso.
Leggere, per noi, è un meccanismo così automatico che non riusciamo a guardare delle parole scritte nel nostro alfabeto senza decodificarle (vi ricordate l'esperimento sulla frase "non leggere" che vi avevo proposto in questo articolo?).All'inizio, però, non era così.
Il nostro cervello non è "nato per leggere" e imparare a farlo richiede uno sforzo che probabilmente abbiamo dimenticato, ma che rende la lettura un compito faticoso, complesso, frustrante. Per godersi il piacere di un libro, poi, non è sufficiente aver imparato a riconoscere le lettere o le parole. Nel suo meraviglioso Proust e il calamaro, Maryanne Wolf ci fa notare inoltre che
(...) decodificare non significa capire. E perfino quando viene compreso il senso più immediato, non può dirsi raggiunto il vero scopo della lettura (...): una crescente capacità di applicare la comprensione dei vari usi delle parole (ironia, diatesi, metafora e punto di vista) per andare oltre la superficie del testo.
Comprendere questa difficoltà è fondamentale per calibrare le nostre aspettative ed evitare frustrazioni ai nostri bambini, che non riescono ancora a leggere bene, e a noi, che nonostante gli sforzi per motivare i bambini a leggere tardiamo a vedere risultati.
2. Non smettere di leggere per loro.
Proprio perché leggere è un'operazione complessa, i bambini di 6/7 anni si trovano di fronte a una situazione molto particolare: il loro cervello, già capace di accogliere, comprendere e apprezzare le storie lunghe e complesse dei bei romanzi per bambini, è in grado di affrontare in autonomia soltanto testi semplici, con poche parole, meglio se scritte con un font ad alta leggibilità .
Non è un'operazione molto gratificante.
Appassionare i bimbi alla lettura significa prima di tutto ricordare loro che la lettura è un piacere e non solamente fatica. Come? Continuando a leggere ad alta voce per loro libri che siano all'altezza delle loro capacità cognitive.
È il momento di leggere ad esempio i romanzi di Roald Dahl e di Astrid Lindgren, di divertirsi con Il trattamento ridarelli e con Winnie Puh (il libro non è troppo "da piccoli" come il cartone animato farebbe pensare), di provare il primo approccio con Pennac.
La lettura autonoma non deve sostituire quella condivisa, ma affiancarsi ad essa, fino a quando vostro figlio non deciderà da solo che quel romanzo che ha iniziato lo cattura così tanto che non vuole perdere tempo a leggere altre cose con voi.
Gradualmente, potete anche provare a proporre di leggere un capitolo a testa, o di iniziare il libro insieme e poi concluderlo ognuno per conto proprio (con questa modalità io e il Piccolo T, quasi 11 anni, ci stiamo godendo la saga di Harry Potter, che nemmeno io avevo mai letto).
Leggere ad alta voce per loro, anche quando hanno già imparato a farlo da soli (ne avevo parlato più approfonditamente qui), lega indissolubilmente la lettura a un momento di condivisione e di piacere, ma fornisce anche competenze utili ai futuri lettori.
Nel suo Formare lettori, promuovere la lettura (un testo pensato per gli insegnanti ma che offre spunti interessanti anche ai genitori), Silvia Blezza Picherle sottolinea che
l'ascolto di letture eseguite ad alta voce dall'adulto assume una forte spinta motivazionale, poiché crea e alimenta costantemente il piacere, soprattutto nei bambini e nei ragazzi che non leggono scorrevolmente da soli. Infatti, quando l'esecuzione è stentata non si può certo godere della narrazione, perché la lentezza della decifrazione impedisce di cogliere rapidamente i significati del testo.
Lo ribadisce anche Aidan Chambers, che con Il lettore infinito mette a disposizione di insegnanti ed educatori proposte e riflessioni sullo stimolo alla lettura:
Ogni qualvolta ascoltiamo una storia o una poesia letta ad alta voce, acquisiamo esperienza su come quel tipo di testo "funziona", su come è costruito, su cosa ci possiamo aspettare. In altre parole, l'ascolto di un testo letto ad alta voce ci prepara a quello che possiamo trovare e a quello che dovremmo cercare nel momento in cui eserciteremo la difficile arte della lettura autonoma.
3. Proporre libri semplici ma non semplicistici.
Come dicevamo: i bambini di 6/7 anni faticano a leggere, ma il loro cervello accoglie già storie complesse. Mentre leggiamo per loro dei bei romanzi, allora, facciamo attenzione anche a ciò che scegliamo per la loro lettura autonoma.
Insomma: non proponiamo i libretti della Pimpa solo perché sono in stampatello maiuscolo e con poche parole per pagina! Cerchiamo invece tra i libri specifici per le prime letture, che con le stesse caratteristiche (font ad alta leggibilità , testo non troppo fitto e accostato a immagini) veicolano storie più dignitose per la loro età e le loro capacità .
Due case editrici molto attente a questa fascia sono Biancoenero edizioni, con la sua collana Minizoom (che contiene ad esempio l'ironica saga dei supereroi in pensione) e Sinnos, con Leggimi Prima (che comprende ad esempio, tra i titoli trattati sul blog, Ho catturato uno gnomo, o La maialina, la bicicletta e la luna).
4. Mettere a disposizione un'ampia varietà di libri.
Più o meno tutti i saggi sulla genitorialità ci insegnano a non proiettare le nostre aspettative o la nostra personalità sui figli. E più o meno tutti i genitori, in un modo o nell'altro, finiscono per farlo ugualmente.
Uno dei modi in cui un genitore lettore lo fa è proporre al figlio i libri che ha amato lui stesso da bambino, che spesso, però, hanno ritmi, linguaggi e sensibilità molto diversi da quelli delle nuove generazioni (avete mai provato a riguardare una vecchia serie TV e a percepirla come "vecchia" e lenta?).
Questo non significa che i nostri figli non leggeranno mai i classici per l'infanzia, ma di certo non possono essere queste le uniche proposte per loro. Sempre su Il lettore infinito, Aidan Chambers individua nella varietà di libri a disposizione uno dei fattori chiave per stimolare i bambini alla lettura.
Poche regole, ma importanti: lasciare al bambino ampia scelta (con scaffali bene assortiti, visite frequenti in libreria e biblioteca), assecondare i suoi interessi, variare stili, formati e generi in modo da offrirgli una "dieta" letteraria il più possibile varia.
Cedete pure ad alcuni "libri esca" che li appassionino alla lettura, anche se di qualità non eccelsa o se non particolarmente profondi (da noi hanno avuto molto successo i libri di Dog Man e Capitan Mutanda di Dav Pilkey e la serie Gol di Luigi Garlando), spaziate tra albi, fumetti e romanzi, ma non ancoratevi a una serie o un genere solo perché hanno avuto successo: non precludete ai bambini la possibilità di esplorare e scoprire qualcosa di nuovo, anche oltre la loro comfort zone.
Soprattutto, non scegliete i libri per loro in base a quanto un libro abbia da insegnare: leggere è utile soprattutto quando è inutile.
5. Non proporre i libri come un'alternativa a TV, videogiochi o smartphone.
Prendo a prestito questa regola da Gianni Rodari, che nel suo articolo "Nove modi per insegnare ai ragazzi a odiare la lettura", mise al numero uno "Presentare il libro come un’alternativa alla TV". Passato qualche anno, mi permetto di aggiungere al piccolo schermo anche videogiochi, tablet, smartphone e tecnologia varia.
È chiaro: di fronte a questa scelta sono ben pochi i bambini che sceglierebbero un libro. Come fare?
Il tempo dedicato agli schermi e alla tecnologia dovrebbe essere limitato e regolamentato a prescindere dalla lettura, definendo un momento dedicato o un limite orario (ad es. un massimo di un'ora e mezza al giorno, che il bambino sceglierà come gestirsi).
In questo modo, la lettura arriva in un momento in cui il tempo da dedicare allo schermo non è un'alternativa perché semplicemente è limitato o esaurito. È altrettanto utile dedicare alla lettura dei momenti specifici, come quello prima di dormire, per farla diventare una routine scontata, da non contrattare di volta in volta.
È utile anche un po' di astuzia o di psicologia inversa.
Avete un figlio che non vuole mai spegnere la luce? Dimostratevi un po' più "morbidi" sugli orari se si tratta di finire un capitolo, o di leggere qualche pagina (così sarà lui stesso a scegliere di leggere pur di stare sveglio più a lungo). Vi ritroverete a dirgli "adesso basta leggere: è ora di dormire", e anche questo piccolo divieto renderà la lettura più accattivante.
Non prendetela sul personale: è così che funziona.
6. Portare un libro sempre con sé.
Prendo a prestito un'altra regola, da un altro gigante: in Come un romanzo, Pennac enumera i suoi famosi "dieci diritti del lettore" tra i quali troviamo "Il diritto di leggere ovunque".
Creare uno "spazio per la lettura" può essere stimolante per alcuni bambini, ma la verità che ogni lettore conosce è che chi ama leggere legge ovunque: in fila dal medico, sui mezzi, facendo colazione, a volte anche camminando.
In una società in cui il tempo è un dono sempre più limitato, fornite ogni occasione possibile per leggere. Portate sempre con voi un libro per i vostri figli, quando sapete di potervi trovare in situazioni di attesa, ma anche quando non lo sapete (gli imprevisti, per l'appunto, sono imprevedibili). Mostrate loro come il libro sia una risorsa potente contro la noia e i momenti in cui non sembra accadere nulla di interessante.
7. Dare l'esempio.
Chi è che lo diceva? I bambini imparano più dai nostri esempi che dai nostri consigli.
E allora fatevi scovare a leggere ogni volta che potete. Mostrate loro come vi rilassate, ridete, riempite i vostri momenti liberi con un buon libro in mano. Raccontate loro quanto vi ha fatto emozionare il vostro ultimo romanzo, o svelategli quella cosa curiosa che avete scoperto nell'ultimo saggio letto.
E leggete, leggete, leggete come se nessuno vi stesse guardando.