Lo so, lo so, che leggere non fa diventare necessariamente buoni. Che per quanto i libri favoriscano l'empatia e la riflessione esistono lettori intolleranti e poco ragionevoli. Lo so, ma lasciatemi pensare che le storie possano, almeno in parte, cambiare il mondo, o almeno lasciatemelo raccontare ai miei figli.
È quello che fa Margaret Mahy (supportata dalle illustrazioni meravigliosamente divertenti del celebre Quentin Blake) in Rapimento in biblioteca, un breve romanzo del 1979 che Le Rane di Interlinea ha riportato in Italia dopo anni di assenza dagli scaffali.
Rapimento in biblioteca fa incontrare due mondi: quello ordinato, composto e bon ton della bibliotecaria Serena (un nome certamente non casuale) e quello rozzo, burbero e fuorilegge della banda di briganti capitanata da Sally, soprannome per Salvatore (anche qui, non un caso).
Gli avvenimenti narrati superano i confini dell'inverosimile, ma sono narrati con tanta semplice naturalezza da apparire credibili nel loro mondo incredibile. La banda rapisce la bibliotecaria, che però è malata di varicella e li contagia tutti. Mentre sono a letto, inizia a leggere loro le storie di Peter Coniglio e l'ascolto delle parole narrate sarà per loro una rivelazione, una gioia da cui non vorranno più staccarsi.
Quello che potrebbe facilmente diventare un testo moraleggiante è in realtà costellato da momenti ilari in cui si mette a nudo talvolta la fragilità dei rapitori, talvolta la rigidità delle istituzioni:
"Com'è la procedura in caso di rapimento della bibliotecaria?" domandò un consigliere. "Rientra nelle spese per il personale o nel capitolo cultura?".
Per fortuna la bibliotecaria si dimostra più flessibile delle leggi e così al percorso di redenzione dei briganti si contrappone qualche piccola insubordinazione della protagonista, che si ribella alla legge a modo suo, rompendo gli schemi dentro gli schemi (saranno i libri a darle questa elasticità mentale?).
Per salvare il brigante capo, di cui si è innamorata, lo mette a scaffale etichettato come un libro e lo prende in prestito, rendendo così impossibile la cattura da parte del poliziotto, che non vuole certo infrangere il regolamento della biblioteca. Seguiranno avventure, disgrazie, atti di eroismo e riscatti (in senso morale, stavolta): la trama, insomma, non lascia modo di annoiarsi.
Il gusto un po' nonsense della trama e i suoi personaggi allegri e un po' caricaturali fanno scorrere la lettura con grande piacevolezza.
Si ride e si sorride molto, leggendo Rapimento in biblioteca, e ci si sente dalla parte del giusto: quella in cui le storie danno strumenti e sapore alla vita.