Il Piccolo D pronuncia ancora poche parole di senso compiuto, ma sa farsi capire benissimo. Quando vuole un biberon di latte, schiocca la lingua come se ciucciasse qualcosa in aria e io sorrido, perché è un gesto tenerissimo, e anche perché so bene da dove arriva.
L'uccellino fa..., edizioni
Babalibri, prezioso regalo fatto da un'amica al Piccolo T (anche se la copia originale è stata... ehm... fascicolata dopo l'uso e necessariamente sostituita da una nuova), è stato il cavallo di battaglia di innumerevoli letture di entrambi i miei figli.
È un libro di una semplicità disarmante, ma allo stesso tempo perfetto per i bambini più piccoli, dai primissimi mesi fino a due anni e oltre.
Funziona così: sulla pagina di destra c'è un'immagine (a colori vivaci, su sfondo uniforme e con contorni ben delineati, perfetta per essere vista e decodificata anche da piccoli occhi acerbi), sulla pagina di sinistra il testo, che riproduce con un'onomatopea il rumore corrispondente.
Ci potete trovare versi di animali.
Suoni di oggetti, o di azioni (come bere il latte, appunto).
O anche accostamenti più inaspettati come il raffreddore che ta etciù, il Natale che fa "Tu scendi dalle stelle" o la presa elettrica che fa "No!" (e quanto si diverte il Piccolo D ad allungare il ditino verso l'illustrazione perché io glielo tolga!).
Il susseguirsi delle pagine non è casuale, segue a volte criteri di attinenza (gatto e poi cane), a volte di musicalità (il gufo che fa uh uh e il lupo che fa uuuh).
L'uccellino fa... è perfetto come primo approccio alla lettura con il bambino, fin dai primi mesi, immediatamente dopo la fase "filastrocche-e-cantilene-tanto-mi-basta-sentire-la-voce-della-mamma".
La sua apparente semplicità nasconde infatti una cura dei dettagli e un meccanismo di lettura che restano per me impareggiabili per questa fascia d'età .
Le onomatopee rendono il libro accattivante per i bambini (non solo i più piccoli), che amano ascoltare suoni diversi.
Aiutano la lettura anche dei genitori più timidi o meno esperti: per riprodurre i suoni bisogna necessariamente fare un po' gli stupidini e prodursi in una certa interpretazione, che "scioglierà " il genitore e sarà irresistibile per il bambino.
Aiutano lo sviluppo del linguaggio, perché attraverso esse il bambino impara ad associare un suono univoco a un oggetto/immagine prima di quanto non accada con parole articolate (e più difficili da pronunciare).
La struttura del libro (formato quadrato, immagini a destra, testo separato a sinistra) è ideale per le capacità cognitive dei bambini che stanno sviluppando la capacità di decifrare il linguaggio iconico e il pensiero simbolico (un processo che si consolida dai 9 ai 18 mesi).
Allena la capacità di attenzione: il libro può essere preso in mano per "leggere" anche una pagina soltanto, può essere aperto a caso e iniziato da un punto qualunque, finché il bambino sarà più pronto e interessato e ne saprà seguire un numero considerevole di pagine.
Aiuta l'approccio autonomo al libro: la semplicità dell'accostamento immagine - suono farà sì che i bambini lo imparino letteralmente a memoria, per cui spesso li ritroverete a sfogliarlo e "leggerlo" da soli. Il formato e le pagine cartonate, pur non molto resistenti (necessariamente, visto il numero elevato) facilitano questa manipolazione indipendente da parte del bambino.
Insomma, è il libro da comprare per essere certi di crescere dei piccoli lettori.
Ne avevo parlato anche
qui, facendo una carrellata dei nostri libri preferiti per i primi mesi.
E dopo la lettura, come continuare la stimolazione sensoriale, tra suoni e rumori?
Una soluzione efficace ed economica è quella di costruire
I barattolini sonori
(un gioco due in uno)
Due in uno? Sì, perché con qualche piccolo accorgimento potrà essere usato anche dal fratello maggiore, evitando gelosie del tipo "hai costruito un gioco a lui e non a me".
Per prima cosa, cercate dei barattolini di plastica, con il tappo e non trasparenti. Io ho trovato perfetti quelli del probiotico della Lidl (la vostra "naturale regolarità " ve ne sarà grata).
Ora, trovate dei materiali per riempirli. Materiali che naturalmente facciano rumori diversi fra loro. Provate finché i rumori non vi convincono.
Nella foto, il mio primo tentativo, non ancora definitivo, perché inaspettatamente le monetine, nel barattolo, facevano un rumore troppo simile a quello dei sassi.
Dopo varie prove, ecco quindi i materiali che ho usato:
- acqua
- riso
- sonaglini
- sassolini
- palline fatte con la carta stagnola
- farina di mais.
Ho riempito i barattolini per circa due centimetri per lasciare ampio spazio di movimento (e quindi di suono) al materiale all'interno.
Per non far intravedere il contenuto (la plastica era molto sottile) ho aggiunto un paio di giri di nastro adesivo colorato alla base.
Per usarli come normali sensory bottles (lasciando che il bimbo li scuota ed esplori i diversi rumori e i pesi), potete anche fissare i tappi con della colla a caldo, ma se non lo fate potrete usare i barattolini anche come
memory sonoro
per giocare con il figlio più grande.
Basta preparare il doppio dei barattolini, in modo che ce ne siano due per ogni suono, appoggiarli tutti uno accanto all'altro e procedere come fosse un normale memory, con la differenza che anziché guardare le carte bisogna scuotere i barattolini per trovarne due uguali.
In caso di dubbi, basta aprire il tappo per il controllo visivo.
Ed ecco fatta la gioia di due figli in un colpo solo.
Il cane fa bau bau.
L'automobile fa brum brum.
Il barattolino fa squish squish, oppure cloc cloc, o ssh ssh.
(oh, oh, il Piccolo D ha appena fatto prot!)