Le cose che non conosciamo a volte ci fanno paura proprio perché non le conosciamo.
Tuttavia, le cose che non conosciamo potrebbero anche non farci paura affatto, proprio perché, non conoscendole, non ci rendiamo conto di quanto possano essere paurose.
È un concetto difficile?
No, è l'idea creativa su cui si regge Max il coraggioso di Ed Vere (quello di Il mostro della buonanotte, uno dei primi libri di cui avevo parlato nel blog), uno spassosissimo albo che Lapis ha riportato di recente sul mercato italiano dopo quale anno di assenza.
Max il coraggioso mi ha conquistato ancor prima di leggerne la storia per la sua grafica coloratissima, ma al tempo stesso dotata di una pulizia e di una sintesi perfette.
Ogni pagina ha un colore diverso e su ognuna si stagliano i protagonisti, che sono quasi tutti neri e con pochi dettagli colorati. L'effetto di forte contrasto è particolarmente attraente e allegro.
E poi c'è Max, un gattino piccolo e tenero che però non vorrebbe essere piccolo e tenero: lui sogna di essere grande e coraggioso.
E così decide di dimostrare il proprio coraggio andando a caccia di topi. Peccato che Max non sappia affatto come è fatto un topo, e da qui nascono i diversi siparietti che si susseguono pagina dopo pagina, dove il candore di Max strappa un sorriso al lettore, grazie anche al ritmo perfetto della narrazione.
Finché Max il topo lo incontra davvero:
"Ciao, Sei per caso tu, Topo?"
"Chi, io? No, certo che no. Io sono Mostro!" squittisce Topo.