Perchè i robot sono stupidi? E tante altre domande sulla robotica è un saggio della collana Teste toste di Editoriale Scienza, in cui Federico Taddia, con la sua arguzia e il suo umorismo, intervista esperti e divulgatori ponendo domande curiose e originali e sviscerando temi, dettagli e aspetti poco noti dei temi più attuali.
Qui, l'intervistata è Barbara Mazzolai, ricercatrice nell'ambito della robotica.
Come tutti i volumi della collana, Perchè i robot sono stupidi? è composto da capitoli interconnessi ma abbastanza indipendenti l'uno dall'altro, tanto da poter essere letti nell'ordine preferito. Al termine di ogni capitolo, un box rimanda agli argomenti correlati a quello appena letto, in una logica ipertestuale e non lineare, che rende la lettura più movimentata.
I temi affrontati vanno dalle curiosità sulla robotica quotidiana (come funziona un assistente vocale?) a questioni più astratte e filosofiche: i robot sono intelligenti? e cos'è l'intelligenza? e la creatività ? l'umorismo?
Sì, perché per capire a fondo le logiche di una macchina che vorrebbe imitare l'uomo bisogna prima capire quelle dell'uomo stesso. È così, attraverso questo dialogo incalzante, chiaro e articolato, che leggendo afferriamo il senso di questi esseri così diversi e così uguali da noi.
Scopriamo peraltro che, al di là del nostro immaginario che li vede come esseri antropomorfi, o tutt'alpiù supereroi alla Gundam, i robot sono una popolazione quantomai variegata, che può imitare anche animali, piante o batteri. Senza peraltro perdere il suo indiscutibile fascino sui bambini.
Dillo con un algoritmo
Chi ha detto che per fare codig è necessaria un'attrezzatura particolare?
Prima ancora di essere utilizzati per istruire una macchina, gli algoritmi sono semplici procedure, che possono essere usate anche dell'uomo, anche per gioco.
Giocate in coppia e provate a fingervi robot e programmatore: il robot eseguirà solo le istruzioni fornite dal programmatore. Iniziate con comandi semplici (ad es. camminare dalla camera alla cucina, con una sequenza di passi dritti, a destra o a sinistra) e poi complicate le cose con azioni più complesse (ad es. preparare la tavola o lavarsi i denti) o con istruzioni condizionali (se... allora... altrimenti...).
Quando è il vostro turno di fare il robot, ricordate di eseguire e non pensare! Se non vi viene detto di fermarvi, andate a sbattere contro il muro e magari continuate a camminare come se steste cercando di attraversarlo.
È dagli errori che si impara di più (e che si ride meglio).