Come stanno i vostri bimbi quanto a pazienza?
Qui – ehm – be', diciamo che hanno altre doti, ecco. E così le attese al ristorante, o per prendere un mezzo, sono sempre un'infinita tortura di "quanto manca?".
Il classico foglio con i colori funziona una volta su due, più spesso servirebbe qualcosa di nuovo, di insolito, di curioso.
Qualcosa come
La casa degli oggetti scomparsi, di Terre di mezzo Editore.
La casa degli oggetti scomparsi è un libro gioco, ma non è soltanto questo.
Se vi state immaginando uno di quei giornaletti con qualcosa da risolvere in ogni pagina, insomma, avete sbagliato strada.
Qui il gioco si fonde con la storia, e la qualità delle illustrazioni rende questo albo degno di mille riletture, anche dopo aver risolto i misteri di ogni pagina.
È lo strumento ideale per i momenti in cui serve qualcosa di ludico ma non si vuole rinunciare ad educare all'arte, al bello, al valore di un'opera che esce dallo standard commerciale.
La storia che accompagna il gioco è molto semplice: un nonno vuole portare i nipotini al parco, ma prima di uscire deve trovare i suoi calzetti, le scarpe, gli occhiali e le altre cose che ha perso nell'affollata confusione della sua casa.
Al piccolo lettore è richiesto quindi di aiutarlo, esplorando ricchissime illustrazioni a tutta pagina alla ricerca dell'oggetto perduto. Il gioco e la storia procedono, non senza qualche sorpresa, finché tutti gli oggetti sono stati ritrovati.
Ogni doppia pagina corrisponde a una stanza della casa.
Le splendide immagini dal gusto rétro dell'illustratore irlandese B. B. Cronin sembrano stampe monocromatiche (o bicromatiche in alcuni casi) nelle quali immergersi per ritrovare non solo ciò che il libro chiede, ma anche mille altre storie nascoste, i segreti, le abitudini e lo stile di vita di questo nonno un po' sbadato.
Terminato il gioco che ha lanciato, quindi, il libro non esaurisce il suo scopo, ma si lascia giocare ancora.
Si può fare a gara a chi trova più oggetti che iniziano con una certa lettera, ci si può inventare una storia su come alcuni oggetti siano finiti dove sono, si possono insomma sfruttare fino in fondo gli infiniti dettagli di ogni pagina, gustandosi totalmente ogni singola illustrazione.
È un modo affascinante per riempire momenti di attesa, ma anche per allenare l'attenzione e la pazienza, qualità che spesso non spiccano nei bambini di oggi.
E se l'esplorazione ha appassionato i vostri bimbi, portatela anche fuori dal libro, costruendo una semplice
bottiglia cerca e trova
Sarà anche un simpatico modo per riciclare sorpresine degli ovetti e altri piccoli oggetti che non avevate il coraggio di buttare, ma che erano lì inutilizzati da un bel po'.
Raccattate quindi tanti oggetti piccoli piccoli: graffette, campanellini, sassolini, conchiglie, sorpresine – per l'appunto – e tutto quello che vi viene in mente.
Mettete tutti gli oggetti su un piano e fotografateli (la foto vi servirà da "sommario" di tutto il contenuto della bottiglia).
Poi prendete una bottiglietta di plastica e del riso.
Poi prendete una bottiglietta di plastica e del riso.
Riempite la bottiglia con il riso e gli oggetti, lasciando un po' di spazio per permettere al contenuto di muoversi all'interno del contenitore.
Per sicurezza, sigillate con colla a caldo il tappo (oppure preparatevi ad usare l'aspirapolvere, e non lo dico a caso).
Ora, sfidatevi a trovare, girando la bottiglia tra le mani, gli oggetti in foto.
Potete
creare due bottiglie con gli stessi oggetti e fare una gara a chi li
trova più velocemente. Potete sfidarvi a turno a cercare l'oggetto
chiesto dall'altro. Potete fare degli indovinelli e chiedere al bambino
di trovare l'oggetto che corrisponde alla risposta.
Soprattutto, potete lasciare a vostro figlio le redini del gioco: probabilmente troverà regole che voi non avreste mai immaginato.