Le storie sono ciò che ci rende umani.
E quando la nostra essenza di esseri umani rischia di sfaldarsi, solo le storie ci possono ricostruire. Jella Lepman lo sapeva, e questo l'ha resa grande.
Tedesca di origine ebraica, fuggita dalla Germania durante le persecuzioni naziste, era una donna modernissima: giornalista, scrittrice, politicamente impegnata, fu richiamata dopo la guerra per aiutare la Germania a ricostruire un popolo spezzato dal conflitto e dalla vergogna di ciò che era accaduto.
Per costruire un futuro, Jella sapeva che avrebbe dovuto iniziare da due cose: le storie e i bambini, che il futuro lo hanno tutto davanti. E così, grazie al suo carisma e a un progetto convincente, riuscì ad allestire una mostra itinerante di libri per bambini provenienti da tutto il mondo, che sarebbero confluiti poi nella Internationale Jugendbibliothek, la Biblioteca internazionale dei giovani di Monaco di Baviera.
Oggi Lapis edizioni porta la sua storia ai bambini italiani, con l'albo La Signora dei libri, di Kathy Stinson con le illustrazioni di Marie Lafrance, in cui incontriamo Jella Lepman con gli occhi di due dei tanti bambini che ha incontrato e aiutato.
Annelise e Peter sono due fratelli di Monaco. Hanno perso il papà in guerra e vivono una condizione di povertà in una città che ha tutto da ricostruire. Vagano per le strade in cerca di qualcosa da mangiare e, quando vedono una lunga fila di persone, pensano che lì si distribuisca del cibo. Seguendo la gente, scoprono invece la mostra di albi illustrati allestita da Jella Lepman, "La Signora dei libri", appunto.
L'incontro con queste storie, e con la passione che aveva la Lepman nel raccontarle, eleva i due bambini dalla dimensione più contingente che stanno vivendo, regalando loro una prospettiva. Distoglie i loro pensieri dai problemi della fame e del lavoro di ricostruzione facendoli sognare.
Lo si vede nelle illustrazioni, che lasciano insinuare nella scena reale elementi fantastici.
E così, dopo aver tratteggiato soltanto strade e grigiore, le immagini iniziano a portarci strane creature che fanno capolino dagli scaffali, proboscidi di elefante, rami fioriti.
Con un gusto che ricorda un po', soprattutto nei volti, le illustrazioni di inizio secolo (scorso), quelle ad esempio del "Corrierino", La Signora dei libri ci porta più che una storia uno spaccato di vita. La parabola narrativa non è particolarmente forte e vi sono nel testo alcune sottolineature retoriche (come quando Anneliese sente gli adulti parlare e coglie la parola "speranza"). Ma quella di Jella Lepman resta comunque una bella storia, che vale la pena raccontare ai bambini: una storia che racconta di come anche i libri siano cibo per chi ho bisogno di energia per ricominciare.
Avevo conosciuto la figura di Jella Lepman con Un ponte di libri, l'autobiografia pubblicata da Sinnos pochi anni fa. Ecco: a chi vuole leggere La Signora dei libri ai bambini, consiglio prima di scoprire nei dettagli la storia di questa donna, della sua forza, della sua grande abilità di tessere legami e di costruire e ricostruire relazioni tra Paesi (particolarmente rilevante, per la sua attività , fu ad esempio l'amicizia con Eleanor Roosevelt).
È a Jella Lepman, che pensò ai libri come messaggeri di pace, che dobbiamo la nascita di una nuova concezione nella promozione della lettura (fu lei a fondare il progetto Ibby).
"Fateci cominciare dai bambini per rimettere pian piano in sesto questo mondo completamente sottosopra. Saranno i bambini ad indicare agli adulti la via da percorrere."
Non so voi, ma io credo che Jella avesse ragione.