Il gioco del nascondino è una splendida avventura per i bambini.
Improvvisamente una casa, un parco, un giardino si trasformano in teatri di avventure, di rifugi segreti, di calcoli strategici per celarsi agli occhi dell'avversario.
È il gioco della presenza e dell'assenza, quello in cui, come nel "cucù", si testano i limiti, la persistenza dell'altro anche quando non siamo con lui.
Mamma volpe, di Amandine Momenceau,
Pulce edizioni, racconta questo gioco nel suo aspetto più istintivo, calandolo nella natura, tra i cuccioli e la loro mamma.
È inverno, il bosco è innevato e mamma Volpe va a spasso con i suoi cuccioli che, giocando, si allontanano da lei fino a scomparire.
È un po' in apprensione quando non li vede più, ma è un'apprensione appena accennata. Si intuisce che non è la prima volta che i piccoli si nascondono, e che si fida di loro.
Nella ricerca di mamma Volpe, il libro viene coinvolto nel gioco, con la sua fisicità .
Le pagine fustellate, con il foglio diviso in settori orizzontali, fori che simulano tane e ritagli che ricreano la forma degli alberi, nascondono o rivelano i cuccioli.
Sfogliando
Mamma volpe, il lettore partecipa all'esplorazione. Solleva lembi di pagina come fossero veli dietro cui i piccoli si rifugiano, gira pagina lasciandosi alle spalle tronchi d'albero, come se stesse entrando nella foresta.
L'intera parte centrale del libro non è altro che un gioco a nascondino, in cui grafica e cartotecnica rappresentano un vagare che non è quello ordinato di chi ha una meta, ma quello casuale di chi si lascia guidare dallo sguardo e dall'istinto per scoprire un nascondiglio.
Anche il testo, privo di un narratore e interamente affidato al discorso diretto dei protagonisti, non avanza, ma "vaga":
Dove sono i miei volpacchiotti?
Saranno andati di là ?
Forse laggiù?
Li cerco dappertutto, ma non li trovo da nessuna parte.
La pagina più affascinante è senza dubbio quella in cui la sagoma da sfogliare come fosse una pagina è quella di mamma Volpe stessa.
Sembra di vederla girarsi, voltare lo sguardo, e scoprire il cucciolo nascosto dietro di lei.
I volpacchiotti amano giocare perché così possono restare fuori più a lungo, ma alla fine si lasciano trovare dalla mamma, perché la sera è lei il rifugio migliore.
Mamma volpe racconta l'istinto del gioco e l'amore di mamma, la voglia di indipendenza e il bisogno di tornare. È un racconto universale, in cui ogni cucciolo d'uomo si può rispecchiare.
Un bosco di carta
Questa mamma umana che vi sta scrivendo, invece, è restata affascinata dal bosco di carta, tanto da volerne ricreare uno.
Ho preparato un
file Silhouette Studio* che potete usare se avete la
Silhouette Cameo (la trovate sul sito di
Creativamente Plotter). Altrimenti, con un po' di attenzione, basteranno carta e forbici, o una buona taglierina.
*NB: ho preparato un file che tenesse tutti i riquadri nello stesso foglio A4, ma vi consiglio di ingrandirli per ottenere un bosco "giocabile".
Ho preparato quattro rettangoli: uno sfondo marrone e poi varie tonalità di verde, con alberi via via più fitti.
Li ho fissati dal lato più largo, in alto, con del nastro adesivo, in modo da poterli "sfogliare".
E poi?
Il bosco può diventare un originale biglietto d'auguri (potete scrivere dei messaggi anche sui tronchi degli alberi, in modo che si svelino un po' alla volta), o lo scenario di un gioco, ritagliando piccoli animali di carta che giochino a nascondino tra tronchi e rami.
E se vi perdete