Non è un animale che si trova spesso nella narrativa, il fennec.
Eppure ha in sé qualcosa che lo rende un perfetto abitante della nostra immaginazione: sarà il suono inconsueto del suo nome, il taglio obliquo dei suoi occhi che gli dà uno sguardo elfico, o forse le grandi orecchie, quasi caricaturali.
Della Passarelli lo ha reso protagonista, nel 1994, di un romanzo, Teneré, riedito ora da Sinnos con le illustrazioni di Asia Carbone.
Pur narrato in terza persona, Teneré raccoglie due voci: quella del piccolo fennec che dà il nome al libro e quella di Matteo, un bambino italiano in vacanza in Tunisia con mamma e papà .
Il romanzo inizia proprio alternando i loro due punti di vista ed entrando subito nel profondo dei loro pensieri: il piccolo fennec triste, rimasto senza madre, vuole fuggire dallo zoo dove è rinchiuso, e Matteo, un po' annoiato, si rifuita di entrare in quello stesso zoo con i genitori per non vedere gli animali chiusi in gabbia.
Le illustrazioni di Asia Carbone ci mostrano un cucciolo tenero e spaurito, che però è anche un animale fiero della propria identità e della libertà che vuole conquistarsi.
Matteo, con i suoi grandi occhi che vedono dove molti adulti non arrivano, lo comprende, lo accoglie nella sua fuga, lo nasconde nel suo zaino e lo aiuterà a ritrovare il proprio ambiente naturale dove crescere tra i suoi simili.
La voce di Tenerè pervade il libro: nonostante la narrazione sia in terza persona, i protagonisti vengono spesso chiamati con gli appellativi che dà loro il piccolo fennec, che basso com'è coglie con lo sguardo soltanto la parte inferiore degli umani. I genitori di Matteo diventeranno così Gambe Magre e Scarponi Grossi, mentre il bambino, che si abbassa alla sua altezza e lo tratta da pari, sarà Occhi Grandi.
Nonostante qualche perplessità , i genitori di Matteo accettano e comprendono (fin troppo facilmente!) il suo desiderio di aiutare il fennec, e lo accompagnano in un viaggio ricco di atmosfere, colori e profumi d'Africa, in fuga da Faccia Lunga, il terribile guardiano dello zoo, e inseguendo il mistero del Roumi, leggendario straniero che vive nel deserto, la cui figura è stata ispirata da una storia familiare dell'autrice, riportata in appendice.
Teneré è una storia di culture che si incontrano, di esplorazione, di rispetto per la natura, ma soprattutto è una storia che si percepisce a livello sensoriale, nei piatti speziati, nel calore del sole, nei colori vivi e caldi di una Tunisia in cui pagina dopo pagina ci si ritrova immersi.