Diversi come una traduzione, uguali come una traduzione.

Spilunga e Piccino. Quando ho letto questo titolo, il mio primo pensiero è stato correre al colophon per scoprire il titolo originale di questo albo.

Aspettate, faccio un passo indietro.


spilunga e piccino

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Sto parlando di Spilunga e Piccino (link affiliato), albo di Barbara Brenner con le illustrazioni d'autore di Tomi Ungerer. È un albo in rima, e questo apre enormi dilemmi in chi deve tradurlo (Alessandro Riccioni, in questo caso) e in chi deve pubblicarlo (Lupoguido, in questo caso).

Sto leggendo proprio in questi giorni un saggio di Umberto Eco sulla traduzione: Dire quasi la stessa cosa (link affiliato), che ben racconta, tra le altre cose, i due piani su cui si deve svolgere la traduzione di un testo poetico, che dovrebbe rendere il significato, sì, ma anche il significante, il suono della parola stessa, o perlomeno l'atmosfera che esso crea. 

Tradurre un testo in rima, da quella lingua agile e flessibile che è l'inglese, non è un'impresa facile.

Il titolo di Spilunga e Piccino era, in originale, Mr Tall and Mr Small. I due nomi già rimavano tra loro, erano simili, entrambi brevi, entrambi semplici, entrambi significavano precisamente qualcosa.

"Spilunga" non ha un significato in italiano, per quanto richiami il termine "spilungona", e contenga la parola "lunga", che richiama il suo senso anche a chi non conosce il primo termine. Ha un bel suono, però, sa di nobile, di affascinante. "Piccino" è molto più diretto, ma non è semplicemente "piccolo": ha una connotazione affettuosa, mentre "spilunga" appare più distante. Se nella lingua originale si contrapponevano due termini vicinissimi tra loro ma di significato opposto, qui ad essere opposte, in qualche modo, sono anche le parole.

Ma è di questo che stiamo parlando, è questo lo spirito dell'albo: due personaggi distanti, che più distanti non si può, e che per tutta la prima parte del libro battibeccano e bisticciano ("si dissano", si potrebbe dire) sulle loro reciproche differenze, finché un comune pericolo li unisce. Ed è qui che scoprono come la differenza sia una risorsa, e l'unione di caratteristiche diverse possa diventare preziosa.

D'altra parte anche l'altro linguaggio del libro, quello che non serve tradurre perché parla attraverso le immagini, va nella stessa direzione, con immagini contrastanti, di cielo e di terra, di giorno e di notte, di personaggi che si piegano per stare nella pagina e altri che ne occupano solo una piccola porzione.

E quindi, sì, Spilunga e Piccino non ha (non potrebbe avere) il ritmo sintetico e incalzante di Mr Tall and Mr Small, ma ne conserva perfettamente il senso, il contenuto; lo arricchisce, persino.

spilunga e piccino

Ho notato solo alla fine, peraltro, che "Spilunga" è femmina (è LA giraffa) e Mr Tall maschio. Non ha molta importanza, ai fini della trama, ma forse, nell'atmosfera generale, è una differenza in più che si aggiunge, che rende i due personaggi ancora più distanti, e quindi ancora più salda la loro unione quando le loro differenze li avvicinano.

La traduzione, in fin dei conti, fa in questo caso lo stesso gioco del libro: è una differenza. Una differenza che allontana, ma che, per chi la sa cogliere, in fondo arricchisce.

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