"Il miglior modo per nascondere qualcosa è in piena vista", scrisse, a quanto pare (non sono riuscita a verificare con esattezza) Edgar Allan Poe.
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È ciò che accade al protagonista di L'asino scomparso (link affiliato), un silent book di Lucio Notarnicola pubblicato da Caissa Italia che, accostandosi al recinto, vede soltanto un asino nero e nota che manca qualcosa.
Inizia così il suo viaggio alla ricerca dell'altro asino, un viaggio durante il quale trascinerà con sé una lunga fila di animali che si uniranno a lui.
E quando la sera, sconsolato, farà ritorno a casa, finalmente vedrà l'asino dietro al suo recinto, perché l'asino non era scomparso: era semplicemente bianco, e alla luce non si vedeva.
Ma dopo che sarà scesa la notte... non continuo, ma forse immaginate da soli cosa può succedere.
L'asino scomparso (link affiliato), è un albo basato largamente sulle inferenze e sui collegamenti intratestuali. È vero che tutti i silent book, in qualche modo, lo sono, perché presuppongono che la storia si comprenda dalle sole immagini, ma questo si spinge un po' oltre il solito meccanismo.
Innanzitutto, l'albo parte dal titolo, un elemento se non extratestuale, perlomeno paratestuale: non ci aspettiamo di dover dipendere dalla sua lettura per la comprensione del testo, eppure senza di esso non potremmo mai capire che il protagonista sta cercando proprio un asino, perché non lo abbiamo mai visto prima che se ne notasse la mancanza.
Poi, il gioco di luce / buio su cui si regge la ricerca, enfatizzato dall'uso di un bianco e nero in cui spicca qualche macchia rossa come unico elemento cromatico differente, non è banale da comprendere e potrebbe richiedere, specialmente ai più piccoli, una seconda e una terza lettura.
Quindi, una raccomandazione: non cedete alla tentazione di spiegare ai bambini cos'è successo. Rileggete, piuttosto, e rileggete ancora. La qualità di questo albo sta proprio nel non abbassarsi di livello, non dare spiegazioni inutili, nel rispettare (e sfidare) le capacità inferenziali dei bambini.
Lo si vede anche nello stile illustrativo, dal gusto un po' vintage, non scontato, che non ricerca per forza l'equilibrio o la gradevolezza delle forme ma punta sull'espressività.
Lo si capisce anche dal modo in cui questa espressività è trasmessa: L'asino scomparso (link affiliato), è un albo che urla senza usare parole. I segni rossi che escono dalle bocche dei personaggi sono evidenti, forti, incisivi, non c'è bisogno di testo per capire cosa significano, per sentirli, quasi.
E quindi sì, una volta svelata la chiave, assecondate i bambini nel provare, nel chiudersi in una stanza scura con un oggetto chiaro e con un oggetto scuro per vedere la differenza. Ritagliate sagome di asini bianchi e colorati e fateli passeggiare su un foglio bianco per vedere la differenza.
Ma fatelo per sperimentare, non per spiegare. Fatelo dopo che avranno capito. Fatelo dopo che si saranno goduti il piacere di comprendere cosa vuole dirci un albo senza parole.
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