È stato un anno decisamente strampalato, per me.
Un anno di contrattempi, cose andate storte, progetti, ripensamenti, nuovi progetti, senza perdere mai un'allegria di fondo per superare tutto quello che non va.
Ecco perché quest'anno vi saluto, prima della pausa natalizia, con un accostamento ancora più strampalato tra due libri lontani tra loro come una commedia italiana da botteghino e un colossal hollywoodiano. Due libri che hanno in comune pochissimo, se non questo: entrambi raccontano il lato meno noto di Babbo Natale, quello che fa quando non è intento a consegnare i doni.
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Lo strampalatissimo diario di Babbo Natale di Marco Rosso, illustrato da AntonGionata Ferrari e edito da Storybox, fa parte di una collana di "strampalati diari" (che comprende anche quello di Dracula) ritrovati da un investigatore incaricato da Storybox (l'antefatto sul ritrovamento del diario è una delle parti più divertenti del libro!).
In queste pagine, dense di equivoci e situazioni umoristiche, scopriamo alcuni trucchi usati dal caro vecchietto, come lo spalmatempo, necessario per consegnare tutti i regali in una sola notte, ma soprattutto conosciamo alcuni personaggi che lo accompagnano nella vita di tutti i giorni, come la moglie (ebbene sì!) Mirtilla e una serie di elfi stravaganti. Il mio preferito? Camuffo, capace di tramutarsi in qualsiasi cosa e di mordere la mano a Babbo Natale quando meno se lo aspetta.
Tra renne che... ehm... la fanno in cielo, feste, dispetti, multe per la slitta in divieto di sosta e vicende varie, Lo strampalatissimo diario di Babbo Natale scorre senza scendere in profondità e senza un vero climax nella narrazione, con un susseguirsi di episodi comici, agili da leggere, ideali anche per lettori alle prime armi (anche grazie al font ad alta leggibilità ), che cercano una lettura di intrattenimento e una buona occasione per farsi quattro sane risate.
Con un tuffo in un passato dal sapore di classico, passiamo ora a Lettere da Babbo Natale di J.R.R. Tolkien (QUEL J.R.R. Tolkien!), una raccolta delle lettere che il più celebre autore fantasy, nel panni di Babbo Natale, ha scritto ai suoi figli in risposta alle loro letterine, dal 1920 al 1943.
Una tradizione che sembra iniziata per gioco, in risposta a una domanda lasciata su una letterina da uno dei bambini, e poi ampliata negli anni fino a includere nuovi personaggi e a prendere una trama sempre più narrativa.
Lettere da Babbo Natale è al tempo stesso una godibilissima, affascinante storia e una testimonianza storica, perché negli anni entra nello scambio epistolare (del quale leggiamo solo le lettere di Babbo Natale e mai quelle dei bambini) anche l'eco di qualche vicenda esterna, come lo scoppio della guerra.
Immerso in un mondo gelato e incantanto, Babbo Natale racconta avventure e difficoltà , e accanto a lui c'è l'Orso Bianco del Nord, un simpatico aiutante pasticcione che si insinua anche nelle lettere con qualche commento scritto di sua zampa. Al di là delle sventure, dei contrattempi e delle grandi avventure come gli attacchi dei goblin, è proprio il rapporto tra Babbo Natale e Orso a dare il sapore più intenso a queste lettere, con una gustosissima combinazione di affetto, ironia e battibecchi.
"Babbo Natolkien" (permettetemi il gioco di parole) arricchisce le lettere con minuziosi disegni dai colori brillanti, che ci danno uno spaccato favoloso di questo mondo lontano.
L'edizione Bompiani riporta anche le immagini originali di molte delle lettere, cosa che ci permette di ammirare i fregi che decorano le lettere, la grafia tremolante di Babbo Natale, ma anche i commenti lasciati (con una scrittura ben più grossolana e ricca di errori) dal simpatico orso.
Il confronto con le lettere originali toglie anche qualche dubbio sui giochi di parole, spesso presenti nel testo, che non sempre riescono a trovare adeguata resa nella traduzione. Il Polo Nord, ad esempio, è reso come un palo (sul quale si impiglia a un certo punto il berretto rosso del protagonista), perché in lingua originale è naturalmente il "North Pole".
La comicità che indiscutibilmente è presente in molte scene narrate in Lettere da Babbo Natale è stemperata dall'atmosfera magica e dal garbo con cui si esprime Tolk... ehm... Babbo. Ci sembra quasi di sentirlo, con il suo vocione, e di poter accarezzare l'Orso e i suoi nipoti, vedere i meravigliosi giochi di luci organizzati dai protagonisti, sentire il vento gelido che li colpisce.
Lettere da Babbo Natale è un libro ampiamente trasversale, che può essere apprezzato a molti livelli: può essere portato in lettura condivisa già dai 4-5 anni (magari omettendo l'introduzione che spiega la vera origine delle lettere), o letto in autonomia dagli 8, ma è anche un grande regalo per un adulto, specialmente se appassionato di fantasy.
E anche da "grandi", pur sapendo che stiamo leggendo lettere scritte in realtà da un celebre autore, pagina dopo pagina non possiamo fare a meno di appassionarci, di affezionarci ai personaggi e, in fondo, anche di crederci un po'.
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