Tutti o quasi, credo, abbiamo un parco giochi, "quel" parco giochi, che ci ha visti crescere.
Tutti o quasi, credo, ci siamo soffermati almeno una volta a pensare a quante persone aveva visto passare, a quante storie avrebbe potuto raccontare.
Nell'albo L'altalena, Britta Teckentrup (quella di L'albero dei ricordi) ritorna in quel luogo del passato di tutti.
Non è un gioco scelto a caso, l'altalena: è quel gioco che ti accoglie anche quando sei troppo grande per tutto il resto. Quello dove indugiano anche gli adolescenti, che si vergognerebbero a salire su uno scivolo. Quello su cui a volte si siedono perfino gli adulti, perché ognuno, l'altalena, può viverla a modo suo: ci si può dondolare fortissimo o la si può usare come un semplice sedia, un posto dove fermarsi a pensare o a chiacchierare, lasciandosi dondolare leggermente.
Dentro L'altalena, edito in Italia da Uovoneo, troviamo tutti questi modi di vivere quel posto.
In una serie lunghissima di tavole (l'abo ha 160 pagine!), accompagnate in genere solo da poche parole, vediamo amori che nascono, famiglie che si allargano, amici fraterni e amici immaginari, chiacchiere, giochi e notti in tenda, con una natura ricca e viva a fare da sfondo, e a volte anche da primo piano.
Non c'è un fluire lineare delle storie: alcune iniziano, poi si interrompono, solo alcune poi ritornano, qualche pagina più in là, quando le avevamo dimenticate: la narrazione segue un andamento incerto, come l'andirivieni dell'altalena stessa. Tutto si svolge lì, e per questo, di tutte queste vite che passano, noi possiamo cogliere soltanto alcuni frammenti, quelli vissuti nel passaggio in quel preciso luogo.
Ogni tavola, a ben guardare, è una poesia, uno scenario in cui immergersi, che porta con sé sensazioni ed emozioni sempre diverse. Alcune comunicano allegria e colore, altre, luminose ed eteree, una sorta di sospensione, altre ancora portano con sé il buio della notte, oppure giocano tra i limiti dell'illustrazione e quelli della pagina.
L'altalena stessa assume forme molto differenti: a volte le due sedute sono ferme, a volte intrecciate, oppure avviluppate su se stesse. In genere le vediamo frontalmente, ma non mancano le prospettive insolite, anche quelle che si soffermano sull'erba e gli insetti, tralasciando l'altalena stessa.
Ognuno troverà la propria storia e quella del proprio parco, dentro L'altalena, ma la storia principale, che si delinea poco per volta, è in realtà quella dell'altalena stessa, che dopo un cumulo di vicende vissute da spettatrice diventa nelle pagine finali co-protagonista, a fianco di un personaggio che abbiamo già incontrato e che, se siamo stati attenti, riconosciamo prima ancora che venga chiamato per nome.
Testimone di vita, l'altalena conserva una memoria che va oltre quella umana. Come quel posto speciale che ognuno di noi conosce bene.
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