L'idea alla base non è poi così nuova, e dire il vero è anche la stessa che sta sotto il nome di questo blog: dai una scatola a un bambino e lui la trasformerà con la sua immaginazione in ogni cosa possibile.
E aprendo il libro, ecco il risguardo: un bel rigato in stile carta kraft che sarà un po' il leitmotiv dell'albo.
In pratica, è come se il lettore stesso avesse scartato il pacco trovandoci dentro una scatola di cartone, che è proprio quello che succede a Thomas, il protagonista.
Diventa un piccolo pianeta su cui camminare (citazione palese del Piccolo principe), un ghiacciaio dove incontrare terribili orsi, e ancora una navicella spaziale, un aereo, una barca, una mongolfiera.
Tornato da scuola, Thomas trova un pacco enorme da parte del nonno. Lo scarta e dentro c'è solo una scatola vuota.
Deluso, si mette a giocare ad altro, ma si annoia presto, e a quel punto si riavvicina alla scatola, che (potere della noia e della fantasia), lo trasporta subito altrove.
Diventa un piccolo pianeta su cui camminare (citazione palese del Piccolo principe), un ghiacciaio dove incontrare terribili orsi, e ancora una navicella spaziale, un aereo, una barca, una mongolfiera.
Diventa tutto, e ogni doppia pagina racconta una storia diversa, in poche righe, perché il tempo della fantasia è veloce, incalzante, inarrestabile.
Più che le storie in sé, ancora una volta, è interessante la forma. Ogni pagina contiene un elemento che si distingue dagli altri perché dipinto con la stessa texture dei risguardi: è la scatola, che il lettore può andare a cercare e individuare, cercando di vedere il reale oltre l'immaginato.
Una scatola può essere tutto, se si è capaci di pensare a tutto.
E il regalo più bello, è la possibilità di farlo.
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