Questa è la rivincita dei papà pelati, la loro trasformazione in eroi, o perlomeno in co-protagonisti di una storia.
Quando i capelli di papà andarono in vacanza è un racconto dal sapore ironico e avventuroso edito da Terre di Mezzo, che lo stile narrativo, ma soprattutto illustrativo, di Jörg Mühle rende irresistibile.
Poche semplici parole introducono con spiazzante normalità un fatto del tutto irreale:
Un bel giorno i capelli di papà si stancarono di pettine e spazzola. Non avevano più nessuna voglia di starsene sempre lì, fermi sulla testa.
Volevano fare le loro esperienze.
Vedere qualcosa nel mondo, per una volta.
La perdita dei capelli si trasforma insomma in un atto volontario: sono proprio i capelli ad andarsene, con una scelta cosciente di autodeterminazione. Da qui in poi, la storia è tutta nel rocambolesco inseguimento del papà che vuole riavere la sua chioma.
Nelle diverse illustrazioni, dal sapore vignettistico, li vediamo confondersi con fili d'erba, peli di animale e persino linee di mezzeria di una lunga strada, in un gioco mimetico in cui il semplice tratteggio che li rappresenta si inserisce negli ambienti che attraversa.
Il papà, sempre più trafelato, tenta di raggiungerli e catturarli con ogni mezzo, in situazioni sempre più comiche, fino ad accettare la sua calvizie.
Ma un nuovo colpo di scena attende il lettore, e i capelli avranno ancora modo di dimostrare di essere portatori di una volontà propria e originale.
Anche loro, in fondo, si meritano di essere protagonisti, almeno per questa volta.
SPOILER: i capelli di papà alla fine ritornano. Speriamo che i papà calvi non ci restino male.
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