C'è un grande, insondabile mistero che nessun genitore è ancora riuscito a sbrogliare.
Perché un bambino, quando ha sonno, si agita, urla, fa il broncio, si irrita per qualsiasi cosa, quando potrebbe semplicemente dormire? Se lo chiedono milioni di adulti che vorrebbero essere al suo posto e cogliere l'occasione sempre più rara di riposare senza altri pensieri e sensi di colpa.
E se lo devono essere chiesto anche Chris Grabenstein e Leo Espinosa, rispettivamente autore e illustratore di Il riposino no!, un frizzante albo da poco pubblicato da Il castoro.
Protagonista è Arianna, una bambina che, come tanti altri di mia conoscenza, non vuole proprio fare il riposino.
Le sue urla contrariate di avvertono in tutta la città ; perfino gli operai al lavoro col martello pneumatico si stupiscono:
"Non ho mai sentito niente di più rumoroso!"
Ma la svolta arriva quando un anziano seduto sulla panchina del parco chiede:
"Se lei proprio non lo vuole, posso farlo io il suo riposino?"E uno dopo l'altro, tutti gli abitanti della città si accaparrano tutti i riposini non fatti da Arianna. E da qui la storia si fa iperbolica, paradossale, giocosa, anche nel rintracciare nelle illustrazioni la "vignetta" più divertente,
La domanda dell'anziano innesta un piccolo corto circuito di senso, che è poi l'idea creativa che regge tutto il libro: il fatto che il riposino possa essere un oggetto di scambio, che se uno non lo usa, se lo possa prendere l'altro. Un principio comico che segna uno scarto evidente tra il target del libro e la protagonista che vi è rappresentata.
Un difetto dell'albo? Tutt'altro. Io preferisco vedere in questo scarto una dichiarazione di intenti: questo non è un "libro per". Non verrà letto per convincere i bambini dell'importanza del riposino, non verrà letto per convincere a dormire.
Verrà letto per il solo piacere di leggere, di condividere una momento divertente, al limite potrà scappare un "ti ricordi quando anche tu non volevi mai fare il riposino?". Perché la nanna non puoi "farla fare", sarebbe come imporre di non essere in ansia o di sentirsi felici. Ma le risate sì, quelle si possono regalare, un po' come i riposini dentro questo libro.
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