Il titolo richiama atmosfere notturne, forse un po' noir, sicuramente arricchite da qualche elemento misterioso. E in effetti è così, anche se in un certo senso non lo è.
Mezzanotte e cinque, infatti, non è un orario, ma il nome del protagonista di questo romanzo di Malika Ferdjoukh, edito da Camelozampa con le illustrazioni di Eleonora Antonini. È un ragazzino di dieci anni, un vagabondo che passa le sue giornate tra le strade di Praga con la sorella Bretella e il suo migliore amico Emil, e il suo curioso soprannome deriva da uno strano tatuaggio che sembra un orologio le cui lancette indicano proprio quell'ora.
Ma non è questa la sola Praga che ci racconta il libro. Le pagine ci trasportano con grande efficacia in una città dell'800 che sembra lo scenario perfetto per una favola (e chi ha visitato Praga sa che è davvero così) e in una realtà sociale fatta di grandi contrasti, dove i nobili quisquiliano di cose futili e le persone umili soffrono la fame.
I dialoghi e le descrizioni della Praga nobiliare, grazie anche alla deliziosa traduzione di Chiara Carminati, mantengono un certo manierismo che li rende al tempo stesso aristocratici e ironici. Ritroviamo il vezzo di alcuni termini desueti come "martingala", ma anche commenti arguti, che dietro un tono di voce aristocratico celano una sfumatura irriverente:
La principessa Daniella svenne seduta stante: infatti, benché fosse di origine spagnola, osservava a meraviglia le usanze della corte di Boemia.
Più ruspante è l'altro lato della medaglia, che pullila di annotazioni divertenti più dirette, come quelle sullo stato di pulizia dei bambini, così ricoperti di sporcizia da non lasciar intuire né il colore della pelle né quello dei capelli. La banda di Mezzanotte e cinque sembrerebbe uscire da un'opera di Dickens, se non fosse circondata da un'aura di allegria che emerge nonostante le loro preoccupazioni quotidiane per il sostentamento.
Ah, sì, e poi c'è la trama, che nasce dalla scomparsa di una preziosa collana della principessa, per poi continuare con il suo avventuroso ritrovamento. Mezzanotte e cinque è un romanzo scorrevole e non troppo lungo (e, dettaglio non trascurabile, stampato in font ad alta leggibilità), ma non banale, in cui ogni piccolo trascurabile dettaglio trova alla fine un suo senso; è una storia "di Natale" in cui il bene vince, ma non nel modo più prevedibile, e in cui il valore di una collana è meno importante di quello della verità, della libertà e dei sentimenti autentici.
Tra ironia e siparietti leggeri, Mezzanotte e cinque si noda in un intreccio di misteri, scoperte e sorprese che tiene fede alle atmosfere suggerite da un titolo che in realtà non voleva dire questo, ma lo dice ugualmente benissimo.
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