C'è sempre una soluzione non-violenta alle cose.
O almeno, è quello che cerco di insegnare sempre ai miei figli (soprattutto quando si picchiano tra di loro!).
Lo pensano anche Pettson e il suo gatto Findus, i due strampalati, irresistibili personaggi nati dalla penna dello svedese Sven Nordqvist e pubblicati in Italia da Camelozampa con la traduzione di Samanta K. Milton Knowles.
Dopo averli conosciuti in Una torta per Findus (ve ne avevo parlato qui) li ritroviamo oggi in Caccia alla volpe, ed è come incontrare due vecchi amici che ci mancavano. Non possono non mancare i modi gentili di Pettson, la sua originalità , la sua sbadataggine compensata dall'arguzia del suo gatto.
"Alle volpi non bisogna sparare. Bisogna ingannarle. Io lo faccio sempre", disse Findus.
La pianificazione è concitata e ricca di dettagli, suggerimenti, svolte in corso d'opera: il piacere della costruzione della trappola è probabilmente più grande della sua messa in atto, proprio come quando un bambino costruisce una capanna e poi non ci vuole più giocare.
Nelle illustrazioni, Pettson e Findus si moltiplicano: ogni pagina racchiude una sequenza di eventi in un'immagine sola, come se l'attività fosse così frenetica da non dare il tempo di girare pagina per seguirla.
I dialoghi, con i siparietti tra i due protagonisti che si ripetono sempre uguali a se stessi, mantengono quell'ironia gentile che ce li ha fatti amare. Ci godiamo la storia e il finale scoppiettante (letteralmente!), ma soprattutto ci godiamo Pettson e Findus: due amici che non smetteremmo mai di ascoltare.
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