C'è spesso qualcosa di consumistico nell'adozione di un animale domestico: il suo status di regalo (di Natale, di compleanno), l'analisi che si fa prima di sceglierlo, valutando sesso, razza o taglia, e infine la sua scelta (in allevamento o in una struttura come un canile o il gattile), quasi si fosse davanti a uno scaffale.
Accogliere in casa un cane o un gatto è per alcuni versi come acquistare un oggetto, finché l'animale non diventa a pieno titolo parte della famiglia, con la sua presenza costante e la sua personalità , unica.
Il gattolaio, di Stella Nosella ed Evelise Obinu,
Terre di Mezzo editore, affronta in qualche modo entrambi i lati di questo tema, con una delicata ironia che diventa calore.
Il "gattolaio" non vende gatti: li crea, su misura.
Ogni bambino entra, descrive al gattolaio ciò che vuole e poi esce soddisfatto. Mai un gatto è stato restituito.
Piccola digressione: trovo che la parola "gattolaio" abbia un suono
bellissimo. Sa di bottega artigiana e di fumetto. È ironico e romantico
al tempo stesso, proprio come lo spirito di questo albo.
E tutto il testo ha il sapore di questa parola, come quando il personaggio viene descritto mentre raccoglie qua e là nel suo negozio campanellini ed erba gatta. E così pure le illustrazioni, con occhi divertenti da fumetto e dettagli romantici di edera che si arrampica sulle insegne dei negozi.
E poi un giorno dal gattolaio arriva lui: un bimbo dalle idee molto chiare, che gli consegna istruzioni precise e dettagliate sul pelo, i gommini, ma anche sul carattere.
Ma il gatto, questa volta, non va bene. Non è il "suo" gatto, quello che il bambino ha perso.
E così, con levità e dolcezza,
Il gattolaio introduce il tema della morte, della perdita, dell'impossibile sostituzione. Racconta un dramma con un sorriso e una prospettiva originale, e con un finale che lascia una porta aperta al futuro.
Lì, in quel punto della narrazione dove sul gioco creativo dell'artigiano fabbrica-gatti si innesca il sentimento di un bambino con il carico della sua perdita, proprio lì l'albo mostra e dimostra quel punto di svolta, quello in cui l'animale domestico non è più un oggetto di consumo ma un amico, un elemento della famiglia.
Qualcosa che puoi anche acquistare, ma non diventa tuo, perché appartiene solo a se stesso, ed è soltanto l'amore che può legarlo a te.
0 commenti