Una cosa che apprezzo di molte trame di fiction (siano libri o film o serie tv) è quando scopro che un particolare che sembra messo lì a caso in realtà trova il suo preciso posto nella storia. Come quei gialli in cui il colpevole emerge a ritroso ricostruendo pezzetto per pezzetto tutti gli indizi lasciati sulla scena del crimine.
Tolto l'elemento truculento del delitto, Una torta per Findus dello svedese Sven Nordqvist, recentemente pubblicato in Italia da Camelozampa con la traduzione di Samanta K. Milton Knowles, presenta un po' gli elementi del giallo che da una scena iniziale ci porta a scoprire la sua origine.
Il "caso" da risolvere è questo: la gente dice che Pettson, il protagonista dall'aspetto rustico e un po' burbero, sia un po' matto. È stato visto passare dal tetto per andare in negozio e legare al gatto una lunga tenda colorata. Saranno illazioni oppure a tutto c'è una spiegazione?
È così che si avvia la narrazione, che ritorna a quel giorno, in cui Pettson festeggiava il compleanno del suo gatto Findus.
Findus festeggiava il compleanno due volte l'anno, perché così era più divertente.
E il suo padrone Pettson gli vuole preparare una torta di pannkakor (che bello il suono di certe parole svedesi, che già ti trasporta lontano), ma manca la farina.
"Hai mangiato tu la farina, Findus?"
"Io non ho mangiato proprio nessuna farina" disse Findus, impermalito.
"Allora sarò stato io" mormorò l'omino, grattandosi il naso.
Questi simpatici siparietti si ripeteranno con la stessa struttura più volte durante il racconto, che fa di queste formule una delle chiavi su cui si regge l'inanellarsi delle vicende.
Per prendere la farina, serve la bici, per riparare la bici servono gli attrezzi, per prendere gli attrezzi serve la chiave della falegnameria... è in questa concatenazione di eventi che scopriamo piano piano tutti gli elementi di quella famosa scena chiave.
Ma lungi dal risolversi tutto in una formula ingessata e ripetitiva, Una torta per Findus inserisce questo piacevole meccanismo di ripetizione e accumulo in una storia articolata, dal ritmo sostenuto, ricca di dettagli e di scene divertenti, che ci immerge nell'ambiente ma soprattutto ci fa conoscere i due insoliti protagonisti, l'adulto/anziano con la testa fra le nuvole e il suo gatto parlante con i pantaloni verdi, personaggi amatissimi in Svezia e nel mondo, con la loro serie di cui questo non è che il primo capitolo (in Italia ne erano usciti solo due titoli).
Se come me anche voi avevate conosciuto Sven Nordqvist per Passeggiata col cane, potreste restare stupiti dalla varietà di toni che questo autore sa esprimere. Con l'onirico silent book che abbiamo conosciuto, Una torta per Findus condivide forse soltanto il gusto per le illustrazioni dettagliate e per una certa "stramberia".
Ma l'atmosfera surreale e visionaria della "Passeggiata", è qui sostituita da uno stile allegro e fumettistico.
Sono stravaganti, certamente, alcuni ragionamenti di Pettson o l'abbigliamento di Findus, così come insolite sono certe prospettive che trasformano la pagina quasi in una tavola architettonica, con le stanze riportate sul foglio da angolature differenti, che pongono il punto di vista del lettore quasi dentro la scena, dentro il percorso compiuto da Pettson, anziché davanti al libro.
Restano, di Una torta per Findus, una sensazione di leggerezza data dall'impianto comico della narrazione, ma anche un affetto inevitabile verso i due protagonisti, che incuranti delle disavventure e delle dicerie della gente, vanno dritti per la loro strada, perché una buona torta in buona compagnia conta più di una buona reputazione.
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