Lo conoscete quel detto secondo cui il battito d'ali di una farfalla può provocare un uragano dall'altra parte del mondo?
È un principio noto anche in fisica con il nome di "Butterfly effect".
Ecco, ora provate a sostituire le ali della farfalla con un calcio a un barattolo e otterrete (più o meno) il succo del libro di cui vi parlo oggi.
Pagina dopo pagina, accompagnati da poche parole e da illustrazioni dal gusto vintage, animate da ipnotici tocchi di colore fluo, i protagonisti coinvolti si fanno sempre più numerosi e lo spazio dell'illustrazione diventa sempre più caotico e improbabile.
Quella che inizialmente era una vicenda privata diventa un racconto corale (così come corale sarà la conclusione).
Il ritmo incalzante, che segna profondamente la lettura, si concede anche una pausa nel bel mezzo del racconto, depistando il lettore e convincendolo di trovarsi di fronte a una svolta, anche se si tratterà soltanto di un'illusione: il narratore sembra quasi giocare con un meccanismo che sembra ovvio ma riserva ancora delle sorprese.
Il finale non rimetterà tutto in ordine (sarebbe impossibile) ma troverà in qualche modo un motivo a quanto successo: in un'ottica resiliente, i protagonisti sapranno guardare a tutti gli eventi accaduti come a una straordinaria avventura vissuta insieme.
Se c'è un insegnamento, in Tutta colpa del barattolo (non che sia necessario, sapete come la penso) è proprio questo: non puoi sapere cosa comporterà anche la più piccola delle tue azioni, ma c'è sempre qualcosa di buono che potrai ricavarne.
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