Capita mai ai vostri figli di giocare a dire le cose tutte al contrario?
È un esercizio tutt'altro che banale, perché bisogna capire quali parole si possano negare per non trovarsi, a furia di negazioni, a tornare al punto di partenza. Se si parte dalla frase "io amo la pizza", è possibile rovesciare il verbo (io odio la pizza) oppure l'oggetto (io amo l'insalata scondita), ma se si rovesciano entrambi ci si può ritrovare a enunciare una nuova verità , seppur diversa dalla prima (io odio l'insalata scondita).
È anche un gioco in cui l'allenamento aiuta ad affinare il lessico e una certa sensibilità per la lingua. Il Piccolo D, sei anni, si limita ad aggiungere delle negazioni qua e là , con effetti a volte cacofonici (io non ho non-fatto questo) mentre il Piccolo T, dieci anni, trova soluzioni più raffinate utilizzando i contrari o altre locuzioni.
È in questo gioco che ci si ritrova catapultati leggendo Il libro bugiardo di Fabrizio Silei, edito da Uovonero.
Se il titolo non fosse sufficiente, ci pensa il contrasto tra testo e immagini a far capire immediatamente il tono della narrazione: se le parole deescrivono il protagonista Gedeone come "basso e grasso" e con un "cane enorme e terribile", le illustrazioni ci mostrano un uomo longilineo che tiene in braccio un docile cagnolino. Il libro bugiardo è decisamente un libro in cui testo e immagini lavorano in modo complementare, e il senso nasce specificamente dal loro contrasto.
Al di là della storia in sé, Il libro bugiardo lascia nel lettore quella voglia di scardinare i meccanismi narrativi, di sollevare il velo della narrazione per scovare le bugie e le verità .
0 commenti