Che distanza c’è tra un orso vero e uno di pezza? E tra adulti e bambini? Tra sogno e veglia? Realtà e fantasia?
Questo celebre albo di Raymond Briggs, L'orso, si colloca qui, sulla soglia tra queste dicotomie, e non a caso si apre con la mamma che mette a letto Tilly, la figlia, e con Tilly che scivola lentamente nel sonno.
È qui che in una successione di immagini quadrate, disposte come vignette di un fumetto ma che ricordano più, nella sensazione, i frame di una pellicola cinematografica, vediamo avvicinarsi alla finestra la sagoma del grande orso bianco che chissà come entra nella camera.
L'immagine dell'orso sembra avvolgere non soltanto la pagina ma anche il lettore: i tratteggi a pastello che lasciano le illustrazioni polverose ed eteree, ma anche l'ingombrante presenza dell'animale, che fuoriesce dal riquadro, infondono una morbidezza di sogno e di nuvola.
Tilly non si scompone, nemmeno di fronte ai grandi denti dell'orso che sbadiglia, e lo porta a letto con sé: ci sembra quasi di sentirlo, morbido e caldo più di un piumone.
Superata la soglia della mattina, Tilly deve trovare posto per il suo nuovo amico in un mondo che non è quello che naturalmente gli spetterebbe.
Non è un rapporto lineare: Tilly si arrabbia, lo chiama "stupido orso" quando lui sporca in giro costringendola a pulire, poi gli chiede di stare con lei per sempre. L'orso, muto e docile, è una presenza ingombrante ma in qualche modo rassicurante.
Gli altri adulti non lo vedono, nemmeno quando la sua presenza è più invadente.
La madre non crede alle parole di Tilly, il padre sembra lasciarle qualche spiraglio di credibilità: è un sogno? È realtà? È solo la fantasia di Tilly, magari scatenata dall'orsetto che la accompagna a letto?
Ce lo chiediamo per tutto il tempo della storia, ondeggiando ora verso una risposta, ora verso l'altra, ma dell'orso ci resta soprattutto una sensazione fisica, materica: il grande abbraccio di un animale che ci coccola durante la storia.
L'orso è un classico della letteratura per l'infanzia, pubblicato nel 1994 e riportato in Italia da Camelozampa, con un curioso tempismo: proprio in questi stessi mesi, LupoGuido ha lanciato infatti la sua collana “The Illustrators”, che vede tra i suoi primi titoli proprio quello su Raymond Briggs (l'altro è dedicato a Miroslav Šašek).
Curata da Quentin Blake (sì, l'illustratore di Roald Dahl!) con Claudia Zeff, la collana è pubblicata con la cura editoriale che contraddistingue LupoGuido e contiene biografie accurate e moltissimo materiale illustrato, spesso inedito, per entrare nella poetica e nello stile di ogni autore.
Una bella idea da regalare a un genitore appassionato di illustrazione (o a se stessi), insieme a un libro caldo e natalizio da leggere ai suoi figli.
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