Ascoltare la voce di mamma e papà, giocare scoprendo come funziona il proprio corpo e il mondo attorno a sé, imparare a "leggere" immagini e colori: sono tre piaceri molto importanti per il benessere e lo sviluppo dei bambini nella prima infanzia, che si ritrovano in queste due proposte editoriali.
Solletico e
Cucù, di Francesco Fagnani (
Editrice Il Castoro) portano su carta (anzi, su cartone) due tra i giochi prediletti dei più piccoli, con un meccanismo interattivo in cui il genitore-lettore si fa tramite non solo del testo del libro, ma anche della sua trasposizione "fisica" nella realtà.
Entrambi contengono un elemento di internazionalità, con la traduzione di un suono tipicamente infantile in diverse lingue del mondo. È evidente che all'età a cui questi libri si rivolgono (dai sei mesi ai due anni circa) i concetti di lingua e di traduzione non sono afferrabili, ma la traduzione diventa un pretesto per accedere a nuove onomatopee e a nuove sonorità che ravvivano il momento giocoso.
In entrambi, il protagonista che guida la lettura è Lupino.
In
Solletico lo vediamo triste, e siamo invitati a fare qualcosa per farlo ridere. Ecco che allora si dà il via a una carrellata di animali provenienti dalle varie parti del mondo, e ogni genitore fa a modo suo (e nella sua lingua) "ghiri ghiri" al suo cucciolo.
Un viaggio da percorrere solleticando il personaggio col ditino sulle pagine, o trasferendo quel gesto al bambino che ascolta, e immergendosi nelle pagine ricche di colori pieni e vivi e dalle atmosfere così diverse l'una dall'altra.
Ancora più coinvolgente è
Cucù, in cui ogni personaggio (a cominciare da Lupino) si copre gli occhi con le mani e invita il bambino a immaginare chi si nasconda lì dietro, nel più gradito dei primi giochi.
C'è qualcosa di molto tenero e autentico in questo gesto tipicamente infantile: l'animale copre soltanto gli occhi ma, non vedendo, immagina di non essere visto a sua volta.
La resa grafica dell'animale con gli occhi tappati è interessante, perché mette in evidenza dettagli inconsueti, come la forma delle zampe o delle ali, e il gioco a indovinare risulta così divertente anche per bimbi un po' più grandi.
Molto allegra, dal gusto fumettistico, la resa dell'animale che si svela.
Le diverse lingue in cui il gioco viene declinato rendono l'esperienza sensoriale di Solletico e Cucù più varia, accompagnando i gesti con suoni ogni volta diversi.
Sono formule profondamente impresse nell'animo di ogni bambino (quelli della mia infanzia sono in friulano: "ghiti ghiti" e "cucuc"), parole diverse eppure in qualche modo affini tra loro, perché il piacere di giocare è ciò che ci rende, universalmente, bambini.
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