Vedere le cose che altri non vedono, capire le situazioni, scovare i colpevoli: quello dell'investigatore è un mondo dal fascino innegabile, e non a caso questo è forse l'unica professione a poter vantare un genere letterario a sé, oltre a numerosi casi di parodia del genere stesso (dall'ispettore Clouseau in poi).
Troviamo dei Clouseau anche nel mondo della letteratura dell'infanzia. L'ultimo di questi è una simpatica talpa che fa il suo esordio in Il primo caso dell’investigatore Talpone di Camilla Pintonato, per Terre di Mezzo editore.
Talpone è uno chef che ha un fiuto eccezionale per il cibo, e sogna di poter sfruttare queste sue caratteristiche per vivere il suo sogno: diventare un detective.
Una talpa che ha occhio per i dettagli, penserete, è una contraddizione in termini, e infatti Talpone si dimostra una vera schiappa. Nel seguire il suo primo caso, la scomparsa dello scoiattolo Armando, disegna identikit irriconoscibili, segue false piste, si lascia sfuggire gli indizi più palesi e riesce a non riconoscere l'oggetto delle se ricerche perfino quando se lo trova davanti!
L'albo gioca a coinvolgere il lettore nella ricerca, anche grazie a un ironico gioco di contrasti tra testo e immagini: di fronte a un testo descrittivo, che coglie il punto di vista di Talpone, le immagini ci mostrano qualcosa di più, invitano a trovare quegli indizi e quelle tracce che l'nvestigatore non vede.
Questo doppio registro ha la funzione di "investire" il lettore del ruolo di investigatore, ma anche quello di creare un meccanismo comico (a volte fin troppo spiegato, come quando uno degli animali, di fronte all'identikit, chiede "Ma sei sicuro di saper disegnare?").
Come un Clouseau che si rispetti, l’investigatore Talpone alla fine alla soluzione ci arriva, ma per puro caso. E a noi non resta che aspettare con trepidazione un nuovo mistero da risolvere.
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