Ci sono una bambina, un papà , la classica "casetta al limitare del bosco", una strega cattiva e, naturalmente, un bosco.
Insomma: Dulcinea nel bosco stregato di Ole Könnecke, pubblicata da Beisler con la bella traduzione di Chiara Belliti, è decisamente una favola, come recita il sottotitolo. O meglio, tecnicamente sarebbe una fiaba, ma devo riscontrare che ormai la distinzione è desueta.
Dulcinea, la protagonista, è la classica bambina forte e volenterosa: la vediamo dalle prime pagine quando, con un'accetta alta quasi quanto lei, si dà da fare per spaccare la legna. Il padre la lascia libera di muoversi e giocare, con un unico divieto, il più classico dei divieti: non entrare nel bosco.
Ed è un eccesso d'amore a spingere il padre a violare la sua stessa regola, addentrandosi nel bosco per cogliere i mirtilli per le frittelle di compleanno di Dulcinea. Ma il destino lo attende: la terribile strega, per puro capriccio, lo trasforma in albero, ed è così che inizia l'avventura di Dulcinea per salvare il padre da questo maleficio.
Ad accompagnare di questo genere di racconto ci aspetteremmo forse disegni dai contorni sfumati e irreali, oppure gotici e cupi, ed è qui che l'autore lascia il suo segno inconfondibile: non c'è nulla di lezioso, né di spaventoso in Dulcinea nel bosco stregato, perché a dominare è il forte spirito ironico di Ole Könnecke.
In un impianto narrativo tutto sommato molto tradizionale, Könnecke inserisce un'impronta curiosa e leggera attraverso il suo stile illustrativo, fatto di elementi stilizzati e soprattutto di un'espressività vignettistica, fatta di sguardi eloquenti che dicono più di quel che il testo racconta.
Negli occhi dei protagonisti (e delle comparse) risiede quel qualcosa che ci fa sorridere anche nei momenti di maggiore tensione narrativa. Il papà -albero, pur trovandosi in una situazione drammatica, risulta a tratti quasi comico, e la sua immagine stempera le emozioni negative regalando la certezza di un lieto fine.
E poi c'è la strega: non la classica vecchina sulla scopa, ma una
signora eccentrica e molto vanesia (e Dulcinea saprà usare a suo
vantaggio questa sua vanagloria). La scelta cromatica delle
illustrazioni, tutte sui toni del marrone e del nero, anziché appiattire
l'impatto, esalta i giochi espressivi perché vi concentra maggiormente
l'attenzione.
Il testo riprende alcuni luoghi comuni anche linguistici della fiaba (la casetta al limitare del bosco, il grande castello circondato da un profondo fossato), inserendoli in una prosa che mantiene però una sua modernità , impreziosita da una traduzione che valorizza la musicalità del racconto.
Stampato in stampatello maiuscolo con font ad alta leggibilità , Dulcinea nel bosco stregato è un testo adatto sia alla lettura ad alta voce in età prescolare, sia alle prime letture autonome (la lunghezza non spaventi: è suddiviso in agili capitoli), e l'edizione con copertina rigida e opaca rende ancora più gradevole e prezioso il fantastico viaggio nel bosco insieme a Dulcinea.
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