Il nord Europa che immaginiamo, o anche quello che leggiamo da alcuni suoi autori di narrativa per adulti, quello freddo, malinconico, dalla natura feroce, fa decisamente contrasto con quello che ci portano i suoi splendidi autori di libri per bambini.
La norvegese Maria Parr ne è un esempio perfetto: i suoi romanzi comunicano divertimento, contatto con la natura e un rapporto con le figure adulte che, pur con le criticità del caso, è lontano dal nostro, in qualche modo più libero.
Cogliendo l'occasione di inserirli in formato audiolibro nella sua app Leggi e Ascolta (ve ne avevo parlato poco meno di un anno fa), Beisler ha da poco riedito due dei suoi titoli: il più famoso Cuori di Waffel e Tonja Valdiluce, due libri in cui spiccano protagoniste femminili forti, libere e dirompenti, ma mai superficiali, che un po' ricordano una tra i personaggi più famosi della letteratura nordeuropea, Pippi Calzelunghe.
Cuori di Waffel, in realtà, è narrato in prima persona da un bambino, Trille, ma è evidente che il personaggio chiave del libro non è lui, ma la sua migliore amica Lena: unica ragazza in una classe di maschi, ma sicuramente più "maschiaccio" di lui.
La incontriamo nel primo capitolo mentre cerca di lanciarsi, in una sorta di funicolare umana, da una finestra a quella della casa di fronte, salvata grazie a un materasso proprio da Trille. E da lì alla fine del libro, di incidenti, botte, trovate e sotterfugi ne seguiranno parecchi, compreso un pugno sferrato da Lena a un compagno di classe che l'ha offesa.
Dietro all'inquietudine di Lena c'è la mancanza di un papà, un sentimento che a tratti sembra appena accennato, in altri momenti emerge preponderante nel suo rapporto con gli altri, adulti e bambini, e anche nelle sue trovate (come piazzare un annuncio per la ricerca di un papà nel negozio del paese).
Lena e Trille si trovano in quell'età-soglia che non è ancora adolescenza ma inizia ad assumerne alcune domande e consapevolezze, e con queste si accostano a temi e passaggi importanti, come la morte della tanto amata "zia-nonna" che cucinava per loro i waffel e la condivisione della tristezza con il nonno.
La vita dei bambini è anche la vita del paese, che si fa a sua volta personaggio: sembra che lo svolgersi degli eventi abbia sempre un aspetto corale, come se i protagonisti non appartenessero alla propria famiglia, ma al villaggio intero, vissuto nella sua quotidianità e nei suoi eventi tradizionali, come la festa di mezza estate.
L'ingenuità del pensiero bambino appare con grande naturalezza e altrettanto rispetto nella scrittura di Maria Parr:
"Tra l'altro qui non abbiamo nemmeno lo spazio per un papà", proseguì la madre da sotto la motocicletta.
Lena non era d'accordo. Potevano fare ordine in cantina.
L'autrice coglie con rara sensibilità scorci di una logica che sfugge agli adulti, come quando Lena e Trille portano con sé Ricciola, sorellina di Trille:
Ricciola aveva lo stivale destro al piede sinistro e viceversa, quindi bisognava trascinarla su per le salite.
Un adulto avrebbe semplicemente scambiato gli stivali rimettendoli nel piede giusto, ma un bambino no, ed è in dettagli come questo che si annida la leggera profondità di questa scrittura.
E poi c'è
Tonja Valdiluce: meno famosa del titolo precedente, Tonja ci ha in realtà travolto nella lettura portando con sé un vortice di emozioni e coinvolgendoci in un arco narrativo più solido e delineato rispetto a Cuori di Waffle.
Anche in questo romanzo emerge in modo preponderante l'animo del paese, la coralità di un'avventura e la solidarietà tra i personaggi, e anche in questo caso la superficie delle avventure e degli eventi ironici e divertenti poggia su un ampio strato di sensazioni e sentimenti sotterranei sul rapporto genitori-figli.
Al contrario di Lena, Tonja vive sola con il padre (la madre ce l'ha, ma lavora lontano e riesce a stare con loro soltanto per pochi mesi all'anno), in un paese, Valdiluce appunto, in cui mancano i bambini.
L'incontro con il lettore avviene ancora una volta in piena azione, mentre Tonja sfreccia giù da un pendio con i suoi sci, nella speranza di riuscire ad eseguire un salto mortale.
Il migliore amico di Tonja è l'anziano Gunnvald, suo complice nel costruire slitte potenti e nel contrastare il terribile Klaus Hagen, proprietario di un rigido campeggio salutista vietato ai bambini. Gunnvald nasconde un segreto che diventerà gradualmente il tema portante del libro e farà sì che la narrazione scenda in profondità negli animi, dipingendo la complessità di personaggi che non sono mai solo buoni o solo cattivi.
L'esuberanza di Tonja si legge nei suoi giochi, nella sua caparbietà, ma anche nel suo linguaggio fantasioso e colorato, come quando ricorda i bei tempi in cui il campeggio ancora non esisteva:
"Arrivavano bambini a litri [...] C'era solo da andarci e si raccoglievano bambini come mirtilli"
Così, tra misteri, incidenti, avventure, nuove amicizie e sentimenti che si esprimono attraverso il suono di un violino, non possiamo che fare il tifo per Tonja e per tutta Valdiluce, di cui leggendo riusciamo a percepire la magia.
A proposito: solo al termine della lettura mi sono resa conto che i risguardi nascondevano una mappa del paese e della valle. Era tutto esattamente dove lo avevo visualizzato nella mia mente. Anche questo significa essere ottimi narratori.
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