Dura la vita oggi, con le lauree che valgono come carta straccia e il posto fisso che sembra sempre di più a un miraggio.
È uno dei primi pensieri (magari accompagnato da un "signora mia!") che suscita Settecani, una novità di Davide Calì e Alice Piaggio per Clichy, in cui vediamo Osvaldo, giovane laureato in archeologia, alle prese con un'improduttiva ricerca di lavoro (e d'altra parte, che lavoro può trovare un laureato in archeologia?).
Osvaldo si improvvisa così dog sitter, e si ritrova a portare a spasso i sette cani del titolo, che non potrebbero essere più diversi l'uno dall'altro.
Come spesso accade nel mondo reale, grazie ai cani Osvaldo conoscerà una ragazza nella sua medesima situazione, ma l'incontro non sarà dei più tranquilli: i guinzagli si attorciglieranno e quando i due riusciranno a sbrogliare il groviglio, scambieranno inavvertitamente due cani tra loro; un equivoco che però porterà a un romantico lieto fine.
In Settecani, Calì esercita la sua ironia dissacrante su un piano diverso dal solito, facendo passare tra le righe di quella che sembra una storia quasi tradizionale una velata satira sociale sul precariato e i suoi cliché: la laurea inutile, il dog sitter come impiego di ripiego, il cane da portare al parco come occasione per fare nuove conoscenze.
Il gusto narrativo per l'iperbole è stavolta lasciato alle immagini caricaturali di Alice Piaggio, in cui le proporzioni si sovvertono andando a rappresentare i rapporti di forza tra i personaggi, schiacciati da lavori non voluti eppure infine in grado di trovare il proprio spazio di serenità.
Le cose belle della vita, al giorno d'oggi, sono così: bisogna esercitare l'autoironia per poterle cogliere.
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