Con Flix, Tomi Ungerer ci porta in mezzo a due mondi contrapposti per antonomasia: quello dei cani e quello dei gatti.
Edito da Camelozampa con la bella traduzione di Sara Saorin, Flix racconta la storia del cane da cui prende il nome, a partire dalla sua nascita e dai suoi genitori, il signor e la signora Krall. Con il garbo d'altri tempi e la velata ironia che lo contraddistinguono, Ungerer ci porta in ospedale, dove gatti ansiosi fumano sotto il cartello "vietato fumare" e altri due gatti, il papà e la mamma di Flix, scoprono che il loro neonato è un cane!
Non immaginatevi torbide storie di tradimenti: si tratta pur sempre di un libro per bambini, e nonostante lo stupore, l'evento viene attribuito alla relazione che tanti anni prima la nonna del signor Krall aveva avuto con un carlino. La genetica – una strana genetica che segue le leggi dell'improbabile – ha fatto il resto.
Flix viene cresciuto come un gatto, ma conserva abilità da cane. In un mondo non sempre pronto ad accettare le diversità, però, Flix è spesso emarginato dagli altri bambini.
Andrà meglio quando frequenterà una scuola per cani, e poi, come spesso accade ai protagonisti di Ungerer, diventerà praticamente un eroe, nuotando (i cani lo sanno fare, i gatti no) e salvando un gatto in pericolo.
Sarà proprio in uno dei suoi atti eroici a conoscere l'amore della sua vita, e l'albo si chiude così: con il matrimonio di Flix e un finale inatteso che strappa un sorriso.
Flix porta la grazia narrativa di Ungerer e i suoi dettagli ironici su temi di assoluta attualità, come l'accoglienza della diversità e il superamento delle polarizzazioni: si può parlare in canino e in gattese e comprendersi ugualmente.
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