Gattaccia maledetta nasce dalla matita ironica di Tony Ross e, ve lo dico subito, non porta ai vostri bambini un modello educativo esemplare. In Italia l'albo è pubblicato da Camelozampa, casa editrice attenta a fornire punti di vista inediti, e sempre dalla parte dei bambini.
La gattaccia in questione si chiama Susy, o meglio, "Gatta Susy Baggot" (divertente e ben misurata la traduzione di Sara Saorin) e ne combina di tutti i colori, dai graffi sul divano alla pipì nella sacca da golf di papà , e ogni volta viene apostrofata allo stesso modo: "gattaccia maledetta!".
E se a un certo punto della narrazione vi sorgesse il dubbio che Susy subisca delle ingiustizie, niente paura: l'autore ci tiene a sottolineare che se tutti danno la colpa alla gatta è
anche perché di solito era proprio colpa sua.
Poi, la svolta: un giorno Susy smette di mangiare e bere. Sarà malata?
La famiglia Baggot si preoccupa, e lo fa anche il lettore. Improvvisamente proviamo compassione per questa gatta così dispettosa e irriverente.
Quando torna, dopo alcuni giorni dal veterinario, Susy viene celebrata e trattata con ogni possibile riguardo. Nessuno la sgrida più e le viene offerta la pappa migliore. Cosa sia sucesso davvero lo sa solo lei, ma lo scoprirà anche il lettore, quando la "gattaccia" lo confesserà al cane dei vicini.
È un po' la natura dei gatti, in fondo, quella di essere parac... ehm... molto attenti ai propri bisogni prima di ogni altra cosa. In questo senso Gattaccia maledetta racconta bene, seppur con qualche iperbole, l'animo animale e in fondo anche la furbizia e i sotterfugi dei bambini, che a volte si lasciano sfuggire una lacrima di troppo solo per avere qualche coccola extra.
Il libro non dà giudizi, si limita a raccontare, ma non mancherà di stimolare emozioni e sensazioni contrapposte: il senso di ingiustizia, un po' di comprensione.
Quello che non ci si aspetta, in un libro per bambini, è che un furbetto la faccia franca, alla faccia del karma e della morale. Ma è la vita, è la letteratura. Non deve per forza finire come ci aspettiamo.
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