Quante volte avete provato a discutere con un bambino in piena crisi di capricci?
Quella personcina sveglia e ragionevole con cui avevate costruito un rapporto di dialogo e fiducia sembra improvvisamente una creatura nuova, giunta dritta dritta da un altro pianeta. PerchĆ© probabilmente, in quel momento, ĆØ proprio cosƬ che si sente: incompreso, fuori posto, estraneo.
Ć quello che succede al protagonista di Il bambino venuto da Marte, di Simon James (Pulce edizioni).
La mamma di Mattia deve assentarsi per un po' (che bello che per una volta a partire per lavoro sia la mamma e non il papĆ !), e Mattia non la prende bene. Non la saluta quando esce e poi...
Mattia corse fuori in giardino, entrĆ² nella sua navicella spaziale e decollĆ² verso lo spazio profondo... diretto verso Marte.
Poco dopo, la "navicella" atterra nuovamente nel giardino, e ne esce un "marziano".
L'albo lavora con una relazione non lineare tra parole e immagini, regalando al lettore uno sguardo onnisciente attraverso le illustrazioni, ma "mentendogli" nel testo.
Non verrĆ mai esplicitamente detto che il marziano ĆØ Mattia stesso, nĆ© che la navicella non va davvero su Marte: le parole reggono il gioco alla finzione del bambino, ma le immagini non ingannano. L'inferenza viene lasciata al lettore, che viene gratificato da questo meccanismo ("Ehi, ma quello non ĆØ un marziano! Ć sempre lui!") ed ĆØ al tempo stesso portato a identificarsi empaticamente con il protagonista.
Il papĆ di Mattia asseconda il figlio, mostrandosi indulgente con la sua intemperanza, anche quando il piccolo si ribella alle norme familiari: i marziani, infatti, non si lavano le mani, non mangiano patate, non vanno a letto presto e non si devono lavare i denti.
Questa sua nuova identitĆ , perĆ², gli porterĆ qualche problema al di fuori del nido protettivo della famiglia, perchĆ© a scuola non tutti saranno cosƬ comprensivi.
Il bambino venuto da Marte non dipinge Mattia come un furbetto che approfitta della sua "nuova identitĆ " per sottrarsi alle regole: il bambino sembra piuttosto paralizzato di fronte al suo disagio, e reagisce alla mancanza della mamma rifugiandosi in un mondo diverso, dal quale saprĆ uscire solo attraversando la crisi.
Siamo tutti un po' marziani, in fondo, quando questo mondo ci sta stretto.
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