L'infanzia e l'adolescenza non sono fatte di sfumature.
Ci sono i buoni e i cattivi, le cose belle e le cose brutte, la disperazione che ti fa piangere a singhiozzi e la felicità che non ti lascia stare fermo. Nulla è così profondamente bambino come la polarizzazione.
E credo che questo sia uno dei motivi per cui la poesia è così poco frequentata nelle letture ai bambini: perché è fatta di dettagli, di sfumature, di sensi mediati e nascosti.
E poi arriva lui: Rime chiaroscure.
Un titolo che nasce da un gioco di parole tra i nomi dei due autori – Chiara e Bruno – e che diventa esercizio di stile e di senso.
Loro, Chiara Carminati e Bruno Tognolini, sono due nomi giganti nella poesia per bambini, cantori abilissimi di sentimenti e sensazioni, e in questo volume giocano ad esprimere il lato bello e il lato brutto di ogni cosa.
Lo fanno proprio come farebbe un bambino: il lato bello è eccitante, entusiasmante, quello brutto fa arrabbiare, intristire. Senza sfumature. E proprio come accade nella testa di un bambino, i due lati convivono nello stesso oggetto, nella stessa situazione, senza contraddizioni.
E così, la colazione può essere un incanto di sapori dolci che sveglia la bocca, ma certi giorni è solo qualcosa di inutile e fastidioso che ti ha strappato al sonno.
Un fratello può essere un tuo alleato che respira con te, ma anche (ed è sempre lui, lo stesso fratello!) un limite che ti costringe a dividere a metà ogni cosa, senza viverla appieno.
E un vestito? Può essere un potente mezzo di espressione:
Maschere splendide sono i vestiticome stagioni ci fanno fioritiE siamo uccelli coi loro piumaggie siamo storie con i personaggi
(...)
Ma può essere anche un limite insopportabile alla propria libertà:
Giacche che incartano, maglie che ingolfanoBraghe che imbustano, calze che tritano
(...)
La sinergia dei due autori si concretizza nella scrittura in formule diverse, che sono spiegate da una nota in coda al libro.
La prima sezione, Rime di mondo, in cui uno stesso tema è sviscerato nel suo aspetto chiaro e nel suo aspetto scuro, è scritta interamente a quattro mani.
Per le Rime di tempo, il nucelo originario del libro, dedicato agli aspetti positivi e negativi dei mesi dell'anno, Bruno ha scritto una parte e Chiara l'altra, ma non ci è dato sapere chi abbia scritto cosa (fare supposizioni, per chi conosce i due autori, è un interessante esercizio di analisi).
Non più inverno e non ancora primaveraSole pallido e poi nuvole alla seraSciocco marzo, non capisco a cosa serviSciocco mese che mi fa venire i nervi.Però marzo, a me piace quando cantiInseguendo le canzoni dei tuoi ventiMille venti gialli e verdi appena natiChe mi invitano a rincorrerti nei prati.
Infine arrivano le Rime di coppie, in cui poesie dedicate a elementi contrari o contrapposti vengono presentate l'una accanto all'altra, su due pagine affiancate: e così leggiamo Dentro e Fuori, Mare e Montagna, Cane e Gatto, Fare e Non fare.
Qui ogni poesia nasce da un singolo autore, ma per scoprire chi è bisognerà consultare l'indice.
Le illustrazioni al tratto di Pia Valentinis non potevano che essere in bianco e nero, e riescono con semplicità a dare conto del turbine di emozioni nascosto in ogni verso.
L'aspetto sorprendente di Rime chiaroscure è che riesce a ottenere il contrario di ciò che fa: mostrando l'inconciliabilità delle due visioni, insegna la resilienza (ma anche la "normalità" del crogiolarsi a volte nelle proprie parti più buie).
Cantando gli opposti, insegna a cogliere le sfumature.
Cantando gli opposti, insegna a cogliere le sfumature.
E nel frattempo, ricorda agli adulti quel mondo fatto di bianchi e di neri dove anche loro hanno abitato.
Quel mondo in cui non fare nulla, a volte, era l'impegno più importante:
Non disturbatemiIo sto facendo un lavoro tremendoQuando son fermoSono impegnato: io sto crescendo.
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