Se la notte avesse un colore, quale sarebbe?
Probabilmente state pensando al nero, al grigio, al blu scuro.
Kitty Crowther ha immaginato una notte variopinta, con una forte prevalenza di rosa; un rosa carico, fluorescente, che emerge con luminosità dalla pagina.
Storie della notte (edito da Topipittori) è un albo tanto rassicurante nella narrazione, quanto sorprendente nella cifra stilistica delle illustrazioni.
Ha una struttura "a cornice", con una storia (anzi, tre) dentro un'altra storia. A introdurre e chiudere ogni narrazione è Mamma Orso, che racconta al suo piccolo le sue storie della buonanotte.
Strappano un sorriso, Mamma Orso e Orsetto, perché li riconosciamo, ci riconosciamo in loro: nel piccolo che trova un espediente per godere ancora un po' della compagnia della sua mamma (dice tre volte "ti prego" per avere tre storie) e nella mamma che si lascia intenerire e lo accontenta.
Ci immergiamo così nei tre racconti. Il primo, a mio parere il più riuscito, è quello della custode della notte, che con il suo gong annuncia a tutte le creature del bosco che è giunta l'ora di andare a dormire.
Il suono ipnotico dello strumento, che accompagna ogni azione della protagonista, sembra accompagnare il lettore verso il sonno.
La vecchina dai capelli lunghissimi – fili colorati tracciati come farebbe un bambino – sembra una strega, ma il suo sorriso rassicurante ce la rende dolce, perfino ironica nello scherzo che alla fine fa a se stessa: quello di fingere di essersi scordata di annunciarsi la notte.
C'è poi la storia di Zhora, piccola raccoglitrice di more che, persa nel bosco, si fa ospitare da un pipistrello, e quella di Bo, un omino che non riesce a dormire e cerca consiglio e rassicurazione da Otto, l'amica lontra che scrive poesie sui sassi.
Sono storie piccole, brevi, che hanno il gusto dell'insolito e del diverso, con protagonisti fuori dall'ordinario.
Racconti rassicuranti che ci trasportano per qualche momento in un mondo altro, molto vicino a quello dei sogni, che ci attende nella notte.
Sono storie che cullano senza fare paura, anche perché sappiamo che sono solo storie, anzi storie dentro una storia: alla fine di ognuna restiamo in attesa del breve scambio di parole tra Mamma Orso e Orsetto, che ricorda così da vicino la situazione in cui il libro viene letto.
Storie della notte accompagna verso il sonno con un'atmosfera irreale che è al tempo stesso luminosa e crepuscolare.
Se si è fatto troppo tardi, lo si può anche leggere una storia per volta, lasciando la successiva per la sera seguente. Anche se è sempre molto difficile resistere a un orsetto che dice tre volte "ti prego".
Probabilmente state pensando al nero, al grigio, al blu scuro.
Kitty Crowther ha immaginato una notte variopinta, con una forte prevalenza di rosa; un rosa carico, fluorescente, che emerge con luminosità dalla pagina.
Storie della notte (edito da Topipittori) è un albo tanto rassicurante nella narrazione, quanto sorprendente nella cifra stilistica delle illustrazioni.
Ha una struttura "a cornice", con una storia (anzi, tre) dentro un'altra storia. A introdurre e chiudere ogni narrazione è Mamma Orso, che racconta al suo piccolo le sue storie della buonanotte.
“Mamma, raccontami tre storie”, chiede Orsetto.
“Tre storie?!” esclama Mamma Orso.
“Ti prego, ti prego, ti prego! Ho detto tre volte ti prego”.
Strappano un sorriso, Mamma Orso e Orsetto, perché li riconosciamo, ci riconosciamo in loro: nel piccolo che trova un espediente per godere ancora un po' della compagnia della sua mamma (dice tre volte "ti prego" per avere tre storie) e nella mamma che si lascia intenerire e lo accontenta.
Ci immergiamo così nei tre racconti. Il primo, a mio parere il più riuscito, è quello della custode della notte, che con il suo gong annuncia a tutte le creature del bosco che è giunta l'ora di andare a dormire.
Il suono ipnotico dello strumento, che accompagna ogni azione della protagonista, sembra accompagnare il lettore verso il sonno.
La vecchina dai capelli lunghissimi – fili colorati tracciati come farebbe un bambino – sembra una strega, ma il suo sorriso rassicurante ce la rende dolce, perfino ironica nello scherzo che alla fine fa a se stessa: quello di fingere di essersi scordata di annunciarsi la notte.
C'è poi la storia di Zhora, piccola raccoglitrice di more che, persa nel bosco, si fa ospitare da un pipistrello, e quella di Bo, un omino che non riesce a dormire e cerca consiglio e rassicurazione da Otto, l'amica lontra che scrive poesie sui sassi.
Sono storie piccole, brevi, che hanno il gusto dell'insolito e del diverso, con protagonisti fuori dall'ordinario.
Racconti rassicuranti che ci trasportano per qualche momento in un mondo altro, molto vicino a quello dei sogni, che ci attende nella notte.
Sono storie che cullano senza fare paura, anche perché sappiamo che sono solo storie, anzi storie dentro una storia: alla fine di ognuna restiamo in attesa del breve scambio di parole tra Mamma Orso e Orsetto, che ricorda così da vicino la situazione in cui il libro viene letto.
Storie della notte accompagna verso il sonno con un'atmosfera irreale che è al tempo stesso luminosa e crepuscolare.
Se si è fatto troppo tardi, lo si può anche leggere una storia per volta, lasciando la successiva per la sera seguente. Anche se è sempre molto difficile resistere a un orsetto che dice tre volte "ti prego".
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