La notte è un tempo, ma in letteratura diventa anche un luogo.
Un luogo sempre molto abitato, anche da creature che non abitano il giorno.
La notte trasfigura ogni spazio: perfino il più noto, come la propria camera o la propria casa, di notte si ammanta di mistero.
Così come la notte che lo ospita, anche In punta di piedi di Christine Schneider e Hervé Pinel (Orecchio Acerbo editore) muta le forme e i luoghi, inganna e nasconde qualche segreto.
I due fratelli Clara e Bernardo si svegliano nel loro lettone in casa dei nonni: hanno fame, così decidono di spingersi, di nascosto, fino in cucina, verso il frigorifero.
I colori cupi e sfumati lasciano presagire qualcosa di sinistro.
Leggiamo col fiato sospeso, senza sapere cosa aspettarci.
E infatti, mentre scendono le scale, vediamo l'inequivocabile profilo di un elefante. Sembra che i bimbi non si siano accorti della sua presenza.
Sarà pericoloso?
Cosa sta succedendo?
Clara e Bernardo cercano di muoversi silenziosi, ma finiscono per fare rumore. Il nonno e la nonna, che li credono a letto, si insospettiscono.
Ed è qui che il libro inizia a cambiare volto, svelando il suo lato comico.
Il pappagallo, l'elefante e gli altri animali non spaventano i nonni, che anzi li chiamano per nome: sono i loro animali domestici!
Ha inizio così una serie di equivoci: per ogni rumore provocato dai bambini, i nonni danno sempre la colpa a qualche animale, mentre Clara e Bernardo riescono sempre a svignarsela, a mimetizzarsi, a non farsi beccare, anche grazie alla complicità degli animali con cui la famiglia convive pacificamente.
Il testo in rima di di Christine Schneider (nella traduzione di Rosa Chefiuta) accompagna la narrazione con un ritmo cadenzato, interrotto da suoni e onomatopee quando i bambini rompono il silenzio destando l'attenzione dei nonni, fino a chiudersi in una battuta finale che scatenerà l'ilarità del lettore.
Le sfumature e le ombre di Hervé Pinel delineano un ambiente dai dettagli rétro, che invita l'occhio a cercare (e trovare) nell'arredamento dettagli nascosti.
In punta di piedi rovescia le prospettive tra assurdo e normale, tra paura e avventura, tra adulti e bambini: sono i grandi, per una volta, a vivere in un mondo fantastico, dalle regole sovvertite.
Un incantevole racconto da leggere prima della nanna, viaggiando verso una notte che sembra meno notte.
Un luogo sempre molto abitato, anche da creature che non abitano il giorno.
La notte trasfigura ogni spazio: perfino il più noto, come la propria camera o la propria casa, di notte si ammanta di mistero.
Così come la notte che lo ospita, anche In punta di piedi di Christine Schneider e Hervé Pinel (Orecchio Acerbo editore) muta le forme e i luoghi, inganna e nasconde qualche segreto.
I due fratelli Clara e Bernardo si svegliano nel loro lettone in casa dei nonni: hanno fame, così decidono di spingersi, di nascosto, fino in cucina, verso il frigorifero.
I colori cupi e sfumati lasciano presagire qualcosa di sinistro.
Leggiamo col fiato sospeso, senza sapere cosa aspettarci.
E infatti, mentre scendono le scale, vediamo l'inequivocabile profilo di un elefante. Sembra che i bimbi non si siano accorti della sua presenza.
Sarà pericoloso?
Cosa sta succedendo?
Clara e Bernardo cercano di muoversi silenziosi, ma finiscono per fare rumore. Il nonno e la nonna, che li credono a letto, si insospettiscono.
Ed è qui che il libro inizia a cambiare volto, svelando il suo lato comico.
Il pappagallo, l'elefante e gli altri animali non spaventano i nonni, che anzi li chiamano per nome: sono i loro animali domestici!
Ha inizio così una serie di equivoci: per ogni rumore provocato dai bambini, i nonni danno sempre la colpa a qualche animale, mentre Clara e Bernardo riescono sempre a svignarsela, a mimetizzarsi, a non farsi beccare, anche grazie alla complicità degli animali con cui la famiglia convive pacificamente.
Il testo in rima di di Christine Schneider (nella traduzione di Rosa Chefiuta) accompagna la narrazione con un ritmo cadenzato, interrotto da suoni e onomatopee quando i bambini rompono il silenzio destando l'attenzione dei nonni, fino a chiudersi in una battuta finale che scatenerà l'ilarità del lettore.
Le sfumature e le ombre di Hervé Pinel delineano un ambiente dai dettagli rétro, che invita l'occhio a cercare (e trovare) nell'arredamento dettagli nascosti.
In punta di piedi rovescia le prospettive tra assurdo e normale, tra paura e avventura, tra adulti e bambini: sono i grandi, per una volta, a vivere in un mondo fantastico, dalle regole sovvertite.
Un incantevole racconto da leggere prima della nanna, viaggiando verso una notte che sembra meno notte.
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