Vi è mai capitato di cercare gli occhiali e accorgervi di averli addosso?
A me è successo anche di peggio: di recente mi sono chiesta "Ma dov'è la Piccola M?" mentre ce l'avevo in braccio.
Quello che non è sotto la portata diretta del nostro sguardo ci sfugge facilmente. Dev'essere così anche con gli animali e la loro coda: chissà se si rendono conto di averne una, e sanno com'è fatta, e sono sicuri di averla sempre addosso.
Ci scherza su Alberto Lot in Ha visto la mia coda?, una delle ultime uscite della casa editrice minibombo.
Ha visto la mia coda? ha tutta la genialità delle cose semplici a cui nessuno aveva mai pensato prima.
C'è un cane che chiede a una tartaruga: "Ha per caso visto la mia coda?".
La tartaruga non può che rispondergli che la coda si trova proprio dietro di lui.
Ma quando il cane si gira, non vede nulla.
La scena si ripete più volte, e il cane si sente preso in giro dalla tartaruga, fino ad arrabbiarsi.
I dettagli contano, e Alberto Lot e minibimbo non lasciano i dettagli al caso. Quando il cane parla alla targaruga, il suo muso sbuca dalla pagina a destra, ma quando si gira lo vediamo a sinistra, con la pagina destra vuota.
Capiamo così che non si è piegato su se stesso, ma si è semplicemente girato di 180 gradi, e che sta guardando verso lo spazio dietro di sé, dove si aspetta di vedere una coda che invece è inevitabilmente girata insieme a lui.
È una commedia degli equivoci breve, spassosa e arguta, Ha visto la mia coda?: fa riflettere sui punti di vista e coinvolge il piccolo lettore, che vorrebbe quasi entrare nella storia e spiegare al cane quello che non ha capito. E infine, non ci fa mancare un finale a effetto, per strapparci un'ultima risata.
Non servono molte pagine o storie complicate per fare un libro intelligente e godibile.
Questa storia della coda che non si vede mi ha fatto venire in mente un gioco nuovo, o meglio, una variante di un gioco che c'è già .
Lo conoscete quello in cui una persona si mette in fronte il cartello con il nome di un oggetto o un personaggio e deve indovinare chi è facendo domande su se stesso ai propri amici?
Ecco, perché non farlo con le code?
Basta ritagliare alcune code dalle forme inequivocabili (la coda a pennello del leone, quella a ricciolino del porcellino, quella a batuffolo del conisglietto): qui ne vedete qualcuna ritagliata a mano, ma ho preparato anche un file Studio3 per la Silhouette Cameo, pronto per la funzione Print&cut, se volete scaricarlo:
Una volta ritagliate le code, un adulto le attacca col nastro adesivo al culetto dei bambini, senza che il bambino veda che coda ha.
Ogni bambino deve fare all'altro delle domande (devono essere delle "yes/no questions") su se stesso per scoprire qual è la sua coda: "Sono un mammifero?", "Sono feroce?", "Vivo in fattoria?".
Questa variante ha vita molto più corta del gioco originale (le forme delle code sono più limitative delle scritte), ma ha il vantaggio che può essere giocata anche da bambini più piccoli, che ancora non sanno leggere.
Buon divertimento!
A me è successo anche di peggio: di recente mi sono chiesta "Ma dov'è la Piccola M?" mentre ce l'avevo in braccio.
Quello che non è sotto la portata diretta del nostro sguardo ci sfugge facilmente. Dev'essere così anche con gli animali e la loro coda: chissà se si rendono conto di averne una, e sanno com'è fatta, e sono sicuri di averla sempre addosso.
Ci scherza su Alberto Lot in Ha visto la mia coda?, una delle ultime uscite della casa editrice minibombo.
Ha visto la mia coda? ha tutta la genialità delle cose semplici a cui nessuno aveva mai pensato prima.
C'è un cane che chiede a una tartaruga: "Ha per caso visto la mia coda?".
La tartaruga non può che rispondergli che la coda si trova proprio dietro di lui.
Ma quando il cane si gira, non vede nulla.
La scena si ripete più volte, e il cane si sente preso in giro dalla tartaruga, fino ad arrabbiarsi.
I dettagli contano, e Alberto Lot e minibimbo non lasciano i dettagli al caso. Quando il cane parla alla targaruga, il suo muso sbuca dalla pagina a destra, ma quando si gira lo vediamo a sinistra, con la pagina destra vuota.
Capiamo così che non si è piegato su se stesso, ma si è semplicemente girato di 180 gradi, e che sta guardando verso lo spazio dietro di sé, dove si aspetta di vedere una coda che invece è inevitabilmente girata insieme a lui.
È una commedia degli equivoci breve, spassosa e arguta, Ha visto la mia coda?: fa riflettere sui punti di vista e coinvolge il piccolo lettore, che vorrebbe quasi entrare nella storia e spiegare al cane quello che non ha capito. E infine, non ci fa mancare un finale a effetto, per strapparci un'ultima risata.
Non servono molte pagine o storie complicate per fare un libro intelligente e godibile.
Indovina la coda
Questa storia della coda che non si vede mi ha fatto venire in mente un gioco nuovo, o meglio, una variante di un gioco che c'è già .
Lo conoscete quello in cui una persona si mette in fronte il cartello con il nome di un oggetto o un personaggio e deve indovinare chi è facendo domande su se stesso ai propri amici?
Ecco, perché non farlo con le code?
Basta ritagliare alcune code dalle forme inequivocabili (la coda a pennello del leone, quella a ricciolino del porcellino, quella a batuffolo del conisglietto): qui ne vedete qualcuna ritagliata a mano, ma ho preparato anche un file Studio3 per la Silhouette Cameo, pronto per la funzione Print&cut, se volete scaricarlo:
Una volta ritagliate le code, un adulto le attacca col nastro adesivo al culetto dei bambini, senza che il bambino veda che coda ha.
Ogni bambino deve fare all'altro delle domande (devono essere delle "yes/no questions") su se stesso per scoprire qual è la sua coda: "Sono un mammifero?", "Sono feroce?", "Vivo in fattoria?".
Questa variante ha vita molto più corta del gioco originale (le forme delle code sono più limitative delle scritte), ma ha il vantaggio che può essere giocata anche da bambini più piccoli, che ancora non sanno leggere.
Buon divertimento!
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