Quando pensiamo a come immagini e parole concorrano alla costruzione della storia, in un albo, diamo a volte per scontato che ciò che conta, nelle illustrazioni, sia il contenuto. Ci soffermiamo sulla scelta degli oggetti da mostrare e di quelli da nascondere, al limite sull'inquadratura e sul punto di vista.
Ci sono albi, però, in cui a comunicare è soprattutto la tecnica usata.
È il caso di L'ospite inatteso della tedesca Antje Damm, pubblicato da Terre di Mezzo editore.
Il mondo di carta in cui vive la protagonista trasmette la sua fragilità, ma anche una semplicità da cui può scaturire meraviglia.
E la casa di Elsa è ritagliata e costruita con la carta, come un modellino, e poi fotografata. Una forma di illustrazione materica che riesce a creare un piccolo mondo dal grande fascino.
È una casa in bianco e nero, ricca di chiaroscuri, in cui tutto sembra un po' precario.
Un giorno, dalla finestra di Elsa, entra un aeroplanino colorato. Elsa ne ha paura.
Ma il giorno dopo, suona alla porta un bimbo.
Il bimbo è colorato, come lo spiraglio di luce che sembra entrare dall'esterno della casa. Quando entra in casa per cercare il suo aeroplano e andare in bagno, il bimbo lascia dietro sé una scia di colore, come se la sua ombra, anziché scurire l'ambiente, lo illuminasse.
La sua curiosità nel chiedere spiegazioni sui quadri o nel guardare i volumi allineati sugli scaffali della libreria sparge colore in tutto l'ambiente: il colore della vitalità dell'infanzia, che in quella casa mancava.
Ricco finalmente di colori, tutto l'ambiente non sembra più tanto fragile e precario, come se il passaggio del bambino avesse ridato non solo allegria ma anche solidità a tutta la casa.
Elsa riscopre la fantasia, il sorriso, la vita, e il mondo attorno a lei si trasforma.
La vicenda non è nuova in letteratura: la casa di Elsa è un po' il giardino del Gigante Egoista di Wilde, ma la tecnica usata, oltre a trasmettere efficacemente sensazioni che vanno ben oltre la storia narrata, è un incanto per gli occhi, che spaziano sulla pagina alla ricerca di dettagli e riescono quasi a sentire la materialità dietro la pagina stampata.
La lettura di L'ospite inatteso lascia un'irresistibile voglia di prendere carta e forbici e costruire la propria
Se ne può costruire una pieghevole, che si ripone facilmente su uno scaffale, o dentro un libro.
Si comincia da quattro rettangoli di carta, in cui (importante) una dimensione deve essere il doppio dell'altra, in modo che, piegati a metà, formino un quadrato perfetto.
Se volete ritagliare gli spazi di porte e finestre, fatelo prima di iniziare il montaggio.
Si affiancano due rettangoli in modo che abbiano la piega opposta (uno in avanti, uno all'indietro) e si attaccano tra loro nella metà superiore con il nastro adesivo (in modo che la parte inferiore possa essere ripiegata).
Si ripiega l'insieme ottenuto lungo il nastro adesivo e si prosegue, attaccando il terzo rettangolo e poi il quarto.
Si ottiene così un "libretto" che può essere aperto, mettendo in piedi i quadrati superiori in forma di croce, a formare le pareti, e adagiando i riquadri inferiori in modo che formino i pavimenti.
E adesso? Si arreda!
Ho voluto provare a creare, prendendo spunto da un blog trovato su Pinterest, alcuni "elementi d'arredo" con la Silhouette Cameo 4 di Creativamente Plotter: una porta, una finestra, uno steccato, un piccolo orto con le piantine (per creare l'orto, basta ripiegare un cartoncino marrone facendo i tagli dove infilerete le piante). Trovate il file pronto per la Silhouette qui.
Ma la tecnica che più assomiglia al libro è sicuramente quella a mano libera: disegnate su un foglio i vostri mobili e ritagliateli, lasciandoli bidimensionali se volete incollarli alle pareti, oppure pensando a un sostegno ripiegato se volete renderli tridimensionali.
È anche il modo migliore per coinvolgere i bambini nel gioco: piccoli arredatori crescono.
Ci sono albi, però, in cui a comunicare è soprattutto la tecnica usata.
È il caso di L'ospite inatteso della tedesca Antje Damm, pubblicato da Terre di Mezzo editore.
Il mondo di carta in cui vive la protagonista trasmette la sua fragilità, ma anche una semplicità da cui può scaturire meraviglia.
Elsa aveva paura di tutto.Dei ragni, delle persone, e persino degli alberi.E così stava sempre chiusa in casa, giorno e notte.
E la casa di Elsa è ritagliata e costruita con la carta, come un modellino, e poi fotografata. Una forma di illustrazione materica che riesce a creare un piccolo mondo dal grande fascino.
È una casa in bianco e nero, ricca di chiaroscuri, in cui tutto sembra un po' precario.
Un giorno, dalla finestra di Elsa, entra un aeroplanino colorato. Elsa ne ha paura.
Ma il giorno dopo, suona alla porta un bimbo.
Il bimbo è colorato, come lo spiraglio di luce che sembra entrare dall'esterno della casa. Quando entra in casa per cercare il suo aeroplano e andare in bagno, il bimbo lascia dietro sé una scia di colore, come se la sua ombra, anziché scurire l'ambiente, lo illuminasse.
La sua curiosità nel chiedere spiegazioni sui quadri o nel guardare i volumi allineati sugli scaffali della libreria sparge colore in tutto l'ambiente: il colore della vitalità dell'infanzia, che in quella casa mancava.
Ricco finalmente di colori, tutto l'ambiente non sembra più tanto fragile e precario, come se il passaggio del bambino avesse ridato non solo allegria ma anche solidità a tutta la casa.
Elsa riscopre la fantasia, il sorriso, la vita, e il mondo attorno a lei si trasforma.
La vicenda non è nuova in letteratura: la casa di Elsa è un po' il giardino del Gigante Egoista di Wilde, ma la tecnica usata, oltre a trasmettere efficacemente sensazioni che vanno ben oltre la storia narrata, è un incanto per gli occhi, che spaziano sulla pagina alla ricerca di dettagli e riescono quasi a sentire la materialità dietro la pagina stampata.
La lettura di L'ospite inatteso lascia un'irresistibile voglia di prendere carta e forbici e costruire la propria
casa di carta
Se ne può costruire una pieghevole, che si ripone facilmente su uno scaffale, o dentro un libro.
Si comincia da quattro rettangoli di carta, in cui (importante) una dimensione deve essere il doppio dell'altra, in modo che, piegati a metà, formino un quadrato perfetto.
Se volete ritagliare gli spazi di porte e finestre, fatelo prima di iniziare il montaggio.
Si affiancano due rettangoli in modo che abbiano la piega opposta (uno in avanti, uno all'indietro) e si attaccano tra loro nella metà superiore con il nastro adesivo (in modo che la parte inferiore possa essere ripiegata).
Si ripiega l'insieme ottenuto lungo il nastro adesivo e si prosegue, attaccando il terzo rettangolo e poi il quarto.
Si ottiene così un "libretto" che può essere aperto, mettendo in piedi i quadrati superiori in forma di croce, a formare le pareti, e adagiando i riquadri inferiori in modo che formino i pavimenti.
E adesso? Si arreda!
Ho voluto provare a creare, prendendo spunto da un blog trovato su Pinterest, alcuni "elementi d'arredo" con la Silhouette Cameo 4 di Creativamente Plotter: una porta, una finestra, uno steccato, un piccolo orto con le piantine (per creare l'orto, basta ripiegare un cartoncino marrone facendo i tagli dove infilerete le piante). Trovate il file pronto per la Silhouette qui.
Ma la tecnica che più assomiglia al libro è sicuramente quella a mano libera: disegnate su un foglio i vostri mobili e ritagliateli, lasciandoli bidimensionali se volete incollarli alle pareti, oppure pensando a un sostegno ripiegato se volete renderli tridimensionali.
È anche il modo migliore per coinvolgere i bambini nel gioco: piccoli arredatori crescono.
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